sabato 27 settembre 2003

Sono tornato. Trovo 2800 e-mail da scaricare, la lista dei testi per la tesi, gli impellenti impegni di BombaCarta. Però almeno non sentirò parlare più nè di Cetrioli aggittanti, nè di semi-sibolico nè di puzza cadaverica. Preparo illuminante resoconto sulla scuola autunnale sul Titano e posto al più presto.


P.s. BombaCartaceo per le Dicotomiche Lettrici e i Dicotomici Lettori Romani


L’Assemblea dell’Associazione è fissata a Roma per il sabato 4 ottobre alle ore 17.30.
I lavori si concluderanno intorno alle 20.30. Si svolgeranno presso la nostra sede di via Tomacelli, 146 V piano, interno XVII (Come arrivarci: scendere alla fermata Spagna della linea A della Metro, proseguire per via Condotti fino ad incrociare via del Corso. Dalla parte opposta della strada si trova via Tomacelli. Dalla fermata della Metro dista 7 min. ca).
Ecco l’Ordine del giorno:


1) Il tema dell’anno: “Credere nelle storie”. Come, dove e quando si svolgeranno le Officine.
2) Laboratori: quali, dove, chi , come
3) Breve info sulle realtà decentrate e i nostri impegni fuori Roma (Bagheria, Reggio Calabria)
4) Rapporti con le scuole
5) Le questioni legati legate alla privacy per le attività in rete e anche quelle legate alle
attività reali da varare il prossimo anno
6) Elezioni del Consiglio direttivo dell’Associazione e del Presidente*


Il giorno successivo, 5 ottobre sarà dedicato ai lavori del Consiglio, ma l’incontro è aperto a tutti i soci dell’associazione che volessero partecipare. In particolare i vecchi consiglieri, anche se non rieletti, sono caldamente invitati a partecipare all’incontro. L’appuntamento CAMBIA SEDE e si terrà a Roma presso l’Istituto Massimo, via Massimiliano Massimo, 7 (Come arrivarci: scendere alla fermata Eur-Palasport della linea B della Metro e raggiungere viale Europa. Salire la grande scalinata fino in cima e quindi girare a sinistra e proseguire fino a raggiungere la grande cancellata bianca dell’Istituto. Dalla fermata della Metro 12 min. ca.).
Ecco l’ordine del giorno:


ore 10.30
1) Valutazione di tutte le attività in rete col nome di Bombacarta: sito BC, Mailing list, Newsletter, sito BS, Forum, Gasoline, Blog,...
2) Revisione degli Statuti? L’idea della trasformazione di BC in ONLUS?
3) Il Centro Culturale Chris Cappell: identità e gestione
4) Rapporti con le realtà esterne a BC (strategie di inserimento nel dibattito culturale in giro nei festival, incontri, stampa,..)
5) Il libro di Bombacarta e rapporti con gi editori (Fernandel, Minimum fax, Messaggero, Il cavaliere azzurro, Guaraldi,...)


Ore 12.15 – Libera pausa pranzo con possibilità di partecipare anche alla messa nella chiesa adiacente


ore 15.00
1) Grandi Eventi e rapporti con le Istituzioni. Il Convegno BC sulla Scrittura creativa, Carver Day, O’Connor Day, Tolkien Day, Cervantes...
2) Finanziamento delle attività (scuole, ministeri, iniziative private, mecenati, sponsor). Idee?
3) La questione dell’ufficio stampa
4) La nostra formazione tecnica e “ideale”. Proposte


* l’elenco dei candidati al Consiglio:


Michela CARPI
Laureata in Lettere (Letteratura moderna e contemporanea), collabora con la casa editrice Cooper &Castelvecchi e tiene incontri e laboratori su varie forme di scrittura creativa. Collabora con l’associazione “Bibliopoli” per il coordinamento di corsi di formazione in ambito editoriale. Ha pubblicato la monografia Cesare Zavattini direttore editoriale (Aliberti editore) e ha curato la bibliografia e la filmografia del volume dell’Opera omnia di Zavattini edita da Bompiani. Scrive recensioni per il mensile Letture, per la rubrica bibliografica de La Civiltà Cattolica e per l’inserto culturale Stilos del quotidiano La Sicilia di Catania. E’ consigliere uscente.
Vive a Roma e ha 28 anni.


Domenico DI TULLIO
Laureato in Giurisprudenza presso “La Sapienza” di Roma. E’ avvocato difensore. Fa parte del movimento Saturnista ed è redattore della rivista Montag.
A lui sono affidate tutte le questioni giuridiche che riguardano BombaCarta e la redazione dei testi di valore legale. E’ uno dei moderatori della mailing list dell’Associazione, nella quale è noto col nickname “DDT”. E’ consigliere uscente.
Vive a Roma ed ha 34 anni.


Tita FERRO
Laureata in Lettere Moderne presso l’Università Cattolica di Milano. Ha insegnato italiano e latino in licei statali prima a Milano e poi a Reggio Calabria. Ha fondato il giornale Editoriale Studentesco. Ritiratasi dall'insegnamento, ha fondato a Reggio Calabria il primo "Laboratorio di lettura" della città rivolto a docenti delle scuole medie superiori. Ha ideato successivamente con il Gruppo "Pietre di Scarto" il Laboratorio di scritture creative "Carta, penna e...", di cui è responsabile, una Biblioteca Itinerante nella periferia reggina e gli incontri "Testimoni del nostro tempo" (Erri De Luca, Rosetta Stella). E’ organizzatrice di vari eventi culturali.
Vive a Reggio Calabria e ha 66 anni.


Cristiano GASTON
Laureato in medicina, specializzato in psichiatria e dottorando in "Neuroscienze e riabilitazione motoria e scienze del comportamento". E' psichiatra, psicoterapeuta e professore a contratto di "Psichiatria" e "Psicologia dei gruppi" presso la Facolta' di Scienze della Formazione dell'Universita' Roma 3. E' coordinatore del movimento Saturnista, curatore della sezione letteratura e poesia della Biennale di arte contemporanea di Porto Ercole e socio del Centro Italiano Ricerche Fenomenologiche. Ha pubblicato in collaborazione Psichiatria e Igiene mentale (Masson, 1997) e Cio' che non so dire a parole (Guida Ed., 1998).
E’ stato consulente del Consiglio di BombaCarta e ha tenuto interventi in Officina. Nella lista di BC è noto col nickname “DiFool”.
Vive a Roma e ha 32 anni.


Stas GAWRONSKI
Laureato in Giurisprudenza presso “la Sapienza” di Roma, è direttore responsabile di RaiLibro (magazine on-line di Rai Educational dedicato a libri e scrittura). Ha tenuto corsi presso l’Università LUMSA di Roma e il Centro Studi Americani della stessa città, oltre a varie conferenze e seminari sui temi della scrittura e del volontariato. E’ stato impegnato in varie attività sociali e ha pubblicato una Guida al volontariato (Einaudi).
E’ docente animatore del laboratorio di scrittura di BombaCarta e tesoriere dell’Associazione. Ha progettato il sito di BombaCarta. E’ consigliere uscente.
Vive a Roma ed ha 38 anni.


Angelo LEVA
Laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano, ha conseguito un Master presso l'Universita' di Leuven (Belgio). Svolge la pofessione di ingegnere delle telecomunicazioni e project manager.
E' vice-presidente di BombaCarta, direttore della rivista elettronica di BC (Gasoline) ed è uno dei moderatori della mailing list di BombaCarta. E’ consigliere uscente.
Vive ad Uboldo (VA) ed ha 42 anni.


Andrea MONDA
Laureato in Giurisprudenza presso “la Sapienza” di Roma e diplomato in Scienze Religiose presso la Pontificia Università Gregoriana. Lavorava nel settore legale del Monte dei Paschi di Siena, ma ha scelto di lasciare il lavoro in banca per insegnare nelle scuole secondarie superiori. Esperto di autori inglesi, ha pubblicato il volume Tolkien. Il Signore della fantasia (Frassinelli) in collaborazione con Saverio Simonelli, con cui sta lavorando a un volume storico-critico sul genere fantasy, e Lewis (San Paolo). Collabora come pubblicista con RaiLibro e vari quotidiani e periodici. E’ responsabile di vari eventi culturali realizzati con la Treccani, la Casa delle Letterature di Roma, il Pontificio Consiglio per la Cultura ed altri enti.
E’ il responsabile e l’organizzatore di tutti gli eventi culturali (giornate di studio, convegni,...) di BombaCarta ed è stato chiamato come consulente del Consiglio.
Vive a Roma e ha 37 anni.


Tonino PINTACUDA
E’ laureando in “Filosofia della conoscenza e della comunicazione” presso l’Università di Palermo. E’ collaboratore di varie riviste e periodici in Rete (Voices, Atlantide, ...).
E’ responsabile della sezione siciliana di Bombacarta e del sito BombaSicilia. E’ il grafico html della rivista Gasoline. E’ consigliere uscente.
Vive a Bagheria (Palermo) e ha 21 anni.


Saverio SIMONELLI
Laureato in lingue e letterature straniere moderne. E’ giornalista professionista e Capo servizio programmi culturali SAT 2000. Ha tradotto i racconti di Thomas Mann, la commedia Magic di G.K. Chesterton rappresentata per la regia di Mario Scaccia durante il festival del teatro Popolare di San Miniato (1995). Ha curato l'antologia di saggi di G.K. Chesterton sul romanzo giallo Svelare il Mistero e ha scritto il volume Tolkien. Il signore della fantasia (Frassinelli) in collaborazione con Andrea Monda, con cui sta lavorando a un volume storico-critico sul genere fantasy.
E’ stato chiamato come consulente del Consiglio di BombaCarta e ha tenuto incontri su poesia e musica per le Officine di BC.
Vive a Roma e ha 39 anni.


Andrea SOMMA
E’ studente di Scienze della Comunicazioni presso “la Sapienza” di Roma. E’ autore dei “report” (diario degli incontri) delle Officine di BombaCarta e segretario dell’Associazione. Collabora alla redazione telematica del sito e al suo aggiornamento. E’ consigliere uscente.
Vive a Roma e ha 25 anni.


***


E' una bellissima esperienza e ci sono pure io. Se potete, venite.

Sono tornato. Trovo 2800 e-mail da scaricare, la lista dei testi per la tesi, gli impellenti impegni di BombaCarta. Però almeno non sentirò parlare più nè di Cetrioli aggittanti, nè di semi-sibolico nè di puzza cadaverica. Preparo illuminante resoconto sulla scuola autunnale sul Titano e posto al più presto.


P.s. BombaCartaceo per le Dicotomiche Lettrici e i Dicotomici Lettori Romani


L’Assemblea dell’Associazione è fissata a Roma per il sabato 4 ottobre alle ore 17.30.
I lavori si concluderanno intorno alle 20.30. Si svolgeranno presso la nostra sede di via Tomacelli, 146 V piano, interno XVII (Come arrivarci: scendere alla fermata Spagna della linea A della Metro, proseguire per via Condotti fino ad incrociare via del Corso. Dalla parte opposta della strada si trova via Tomacelli. Dalla fermata della Metro dista 7 min. ca).
Ecco l’Ordine del giorno:


1) Il tema dell’anno: “Credere nelle storie”. Come, dove e quando si svolgeranno le Officine.
2) Laboratori: quali, dove, chi , come
3) Breve info sulle realtà decentrate e i nostri impegni fuori Roma (Bagheria, Reggio Calabria)
4) Rapporti con le scuole
5) Le questioni legati legate alla privacy per le attività in rete e anche quelle legate alle
attività reali da varare il prossimo anno
6) Elezioni del Consiglio direttivo dell’Associazione e del Presidente*


Il giorno successivo, 5 ottobre sarà dedicato ai lavori del Consiglio, ma l’incontro è aperto a tutti i soci dell’associazione che volessero partecipare. In particolare i vecchi consiglieri, anche se non rieletti, sono caldamente invitati a partecipare all’incontro. L’appuntamento CAMBIA SEDE e si terrà a Roma presso l’Istituto Massimo, via Massimiliano Massimo, 7 (Come arrivarci: scendere alla fermata Eur-Palasport della linea B della Metro e raggiungere viale Europa. Salire la grande scalinata fino in cima e quindi girare a sinistra e proseguire fino a raggiungere la grande cancellata bianca dell’Istituto. Dalla fermata della Metro 12 min. ca.).
Ecco l’ordine del giorno:


ore 10.30
1) Valutazione di tutte le attività in rete col nome di Bombacarta: sito BC, Mailing list, Newsletter, sito BS, Forum, Gasoline, Blog,...
2) Revisione degli Statuti? L’idea della trasformazione di BC in ONLUS?
3) Il Centro Culturale Chris Cappell: identità e gestione
4) Rapporti con le realtà esterne a BC (strategie di inserimento nel dibattito culturale in giro nei festival, incontri, stampa,..)
5) Il libro di Bombacarta e rapporti con gi editori (Fernandel, Minimum fax, Messaggero, Il cavaliere azzurro, Guaraldi,...)


Ore 12.15 – Libera pausa pranzo con possibilità di partecipare anche alla messa nella chiesa adiacente


ore 15.00
1) Grandi Eventi e rapporti con le Istituzioni. Il Convegno BC sulla Scrittura creativa, Carver Day, O’Connor Day, Tolkien Day, Cervantes...
2) Finanziamento delle attività (scuole, ministeri, iniziative private, mecenati, sponsor). Idee?
3) La questione dell’ufficio stampa
4) La nostra formazione tecnica e “ideale”. Proposte


* l’elenco dei candidati al Consiglio:


Michela CARPI
Laureata in Lettere (Letteratura moderna e contemporanea), collabora con la casa editrice Cooper &Castelvecchi e tiene incontri e laboratori su varie forme di scrittura creativa. Collabora con l’associazione “Bibliopoli” per il coordinamento di corsi di formazione in ambito editoriale. Ha pubblicato la monografia Cesare Zavattini direttore editoriale (Aliberti editore) e ha curato la bibliografia e la filmografia del volume dell’Opera omnia di Zavattini edita da Bompiani. Scrive recensioni per il mensile Letture, per la rubrica bibliografica de La Civiltà Cattolica e per l’inserto culturale Stilos del quotidiano La Sicilia di Catania. E’ consigliere uscente.
Vive a Roma e ha 28 anni.


Domenico DI TULLIO
Laureato in Giurisprudenza presso “La Sapienza” di Roma. E’ avvocato difensore. Fa parte del movimento Saturnista ed è redattore della rivista Montag.
A lui sono affidate tutte le questioni giuridiche che riguardano BombaCarta e la redazione dei testi di valore legale. E’ uno dei moderatori della mailing list dell’Associazione, nella quale è noto col nickname “DDT”. E’ consigliere uscente.
Vive a Roma ed ha 34 anni.


Tita FERRO
Laureata in Lettere Moderne presso l’Università Cattolica di Milano. Ha insegnato italiano e latino in licei statali prima a Milano e poi a Reggio Calabria. Ha fondato il giornale Editoriale Studentesco. Ritiratasi dall'insegnamento, ha fondato a Reggio Calabria il primo "Laboratorio di lettura" della città rivolto a docenti delle scuole medie superiori. Ha ideato successivamente con il Gruppo "Pietre di Scarto" il Laboratorio di scritture creative "Carta, penna e...", di cui è responsabile, una Biblioteca Itinerante nella periferia reggina e gli incontri "Testimoni del nostro tempo" (Erri De Luca, Rosetta Stella). E’ organizzatrice di vari eventi culturali.
Vive a Reggio Calabria e ha 66 anni.


Cristiano GASTON
Laureato in medicina, specializzato in psichiatria e dottorando in "Neuroscienze e riabilitazione motoria e scienze del comportamento". E' psichiatra, psicoterapeuta e professore a contratto di "Psichiatria" e "Psicologia dei gruppi" presso la Facolta' di Scienze della Formazione dell'Universita' Roma 3. E' coordinatore del movimento Saturnista, curatore della sezione letteratura e poesia della Biennale di arte contemporanea di Porto Ercole e socio del Centro Italiano Ricerche Fenomenologiche. Ha pubblicato in collaborazione Psichiatria e Igiene mentale (Masson, 1997) e Cio' che non so dire a parole (Guida Ed., 1998).
E’ stato consulente del Consiglio di BombaCarta e ha tenuto interventi in Officina. Nella lista di BC è noto col nickname “DiFool”.
Vive a Roma e ha 32 anni.


Stas GAWRONSKI
Laureato in Giurisprudenza presso “la Sapienza” di Roma, è direttore responsabile di RaiLibro (magazine on-line di Rai Educational dedicato a libri e scrittura). Ha tenuto corsi presso l’Università LUMSA di Roma e il Centro Studi Americani della stessa città, oltre a varie conferenze e seminari sui temi della scrittura e del volontariato. E’ stato impegnato in varie attività sociali e ha pubblicato una Guida al volontariato (Einaudi).
E’ docente animatore del laboratorio di scrittura di BombaCarta e tesoriere dell’Associazione. Ha progettato il sito di BombaCarta. E’ consigliere uscente.
Vive a Roma ed ha 38 anni.


Angelo LEVA
Laureato in ingegneria elettronica al Politecnico di Milano, ha conseguito un Master presso l'Universita' di Leuven (Belgio). Svolge la pofessione di ingegnere delle telecomunicazioni e project manager.
E' vice-presidente di BombaCarta, direttore della rivista elettronica di BC (Gasoline) ed è uno dei moderatori della mailing list di BombaCarta. E’ consigliere uscente.
Vive ad Uboldo (VA) ed ha 42 anni.


Andrea MONDA
Laureato in Giurisprudenza presso “la Sapienza” di Roma e diplomato in Scienze Religiose presso la Pontificia Università Gregoriana. Lavorava nel settore legale del Monte dei Paschi di Siena, ma ha scelto di lasciare il lavoro in banca per insegnare nelle scuole secondarie superiori. Esperto di autori inglesi, ha pubblicato il volume Tolkien. Il Signore della fantasia (Frassinelli) in collaborazione con Saverio Simonelli, con cui sta lavorando a un volume storico-critico sul genere fantasy, e Lewis (San Paolo). Collabora come pubblicista con RaiLibro e vari quotidiani e periodici. E’ responsabile di vari eventi culturali realizzati con la Treccani, la Casa delle Letterature di Roma, il Pontificio Consiglio per la Cultura ed altri enti.
E’ il responsabile e l’organizzatore di tutti gli eventi culturali (giornate di studio, convegni,...) di BombaCarta ed è stato chiamato come consulente del Consiglio.
Vive a Roma e ha 37 anni.


Tonino PINTACUDA
E’ laureando in “Filosofia della conoscenza e della comunicazione” presso l’Università di Palermo. E’ collaboratore di varie riviste e periodici in Rete (Voices, Atlantide, ...).
E’ responsabile della sezione siciliana di Bombacarta e del sito BombaSicilia. E’ il grafico html della rivista Gasoline. E’ consigliere uscente.
Vive a Bagheria (Palermo) e ha 21 anni.


Saverio SIMONELLI
Laureato in lingue e letterature straniere moderne. E’ giornalista professionista e Capo servizio programmi culturali SAT 2000. Ha tradotto i racconti di Thomas Mann, la commedia Magic di G.K. Chesterton rappresentata per la regia di Mario Scaccia durante il festival del teatro Popolare di San Miniato (1995). Ha curato l'antologia di saggi di G.K. Chesterton sul romanzo giallo Svelare il Mistero e ha scritto il volume Tolkien. Il signore della fantasia (Frassinelli) in collaborazione con Andrea Monda, con cui sta lavorando a un volume storico-critico sul genere fantasy.
E’ stato chiamato come consulente del Consiglio di BombaCarta e ha tenuto incontri su poesia e musica per le Officine di BC.
Vive a Roma e ha 39 anni.


Andrea SOMMA
E’ studente di Scienze della Comunicazioni presso “la Sapienza” di Roma. E’ autore dei “report” (diario degli incontri) delle Officine di BombaCarta e segretario dell’Associazione. Collabora alla redazione telematica del sito e al suo aggiornamento. E’ consigliere uscente.
Vive a Roma e ha 25 anni.


***


E' una bellissima esperienza e ci sono pure io. Se potete, venite.

sabato 20 settembre 2003

Avvisi Dicotomici


Domani volo a Bologna, m'infilo in un treno per Rimini e poi in pullman per San Marino. Sono impegnato con: 


Semiotica del Visivo
Scuola Autunnale di Semiotica 

22-25 settembre 2003
Antico Monastero Santa Chiara


 Programma
Lunedì 22 settembre
 9.30-11.00     Lucia Corrain Università di Bologna


 Gli approcci


 11.30-13.00    Gianfranco Marrone Università di Palermo


                     Logo: strutture ed efficacia


 15.00-16.30    Paolo Fabbri Università di Bologna


                     Semiotica delle nuvole:


                     dal continuo alla discontinuità


 17.00-18.30    Atelier


                     Anita Macauda Università di Bologna


                     Fiutare l’immagine.


                     Figure olfattive nel visivo


 Martedì 23 settembre


   9.30-11.00    Lucia Corrain Università di Bologna


                     Gli approcci


 11.30-13.00    Ugo Volli Università di Torino


                     Come la pubblicità usa le immagini


 15.00-16.30   Tarcisio Lancioni Università di Siena


                   L’occhio indiscreto. Fotografia di reportage e costruzione della realtà
 17.00-18.30   Atelier


                    Andrea Catellani Università di Bologna


                    Variazioni semiotiche intorno a Untitled n. 24 di Rothko


 Mercoledì 24 settembre


 9.30-11.00   Lucia Corrain Università di Bologna


                   Gli approcci


 11.30-13.00  Maria Pia Pozzato Università di Bologna
                   Riflessioni sul semisimbolico.
                   Attorno a una crema Chanel


 15.00-16.30  Patrizia Magli Università di Venezia


                   Qualità esistenziale e valori materici


 17.00-18.30  Atelier


                   Carlo Giordano Università di Bologna


                   Framing net art


 Giovedì 25 settembre


  9.30-11.00  Lucia Corrain Università di Bologna


                  Gli approcci


 11.30-13.00 Paolo Leonardi Università di Bologna


                  Le fotografie hanno un significato naturale?


 15.00-16.30 Daniele Barbieri Università di Bologna


                  Visualizzare il tempo.


                  Alcune conseguenze della spazializzazione del tempo nel racconto per immagini


 17.00-18.30 Atelier


                  Maria Giulia Dondero Università di Milano iulm


                  Introspezioni ‘alla luce’:


                  il soliloquio in fotografia

Dico e Furio | dubbi in scatola.1


- Furio, mi stimi?
- cos'è la stima?
- guarda quel palazzo: io lo miro e lo rimiro e gli attribuisco secondo certi paramentri un qualche valore. Questa, in senso economico, è la stima. Per le persone il senso si dilata, include un giudizio piacevole che è imparentato con l'ammirazione.
- io ti attribuisco un valore, ma non lo se ti stimo.
- allora chi stimi? Le tette di Randi Ingerman? I tuoi amici?
- Forse gli amici, anzi, ne sono sicuro. I miei amici li stimo molto.
- E cos'è l'amicizia per te?
- Amore. In un certo senso è amore. Ho bisogno di loro, sono necessari nella mia vita
- Amore è bisogno e necessità. Anche cacare è una necessità.
- Appunto e pensa a tutte le parole che vengono soltanto da seduti! Ti ricordi COLLOQIUM VITAE? Quella canzone di Max Gazzè e Mao, quella che fa "ed un anno può sembrare un'ora con tutte le parole, con tutte le parole che vengono soltanto da seduti". Io non ho dubbi, quel "seduti" si riferisce alla posizione che si assume sul vasino e sul cesso.
- Anche la scrittura non chiede permessi, non rispetta le precedenze, quando viene devi interrompere tutto e prendere qualsiasi cosa (un foglio, una penna, la tastiera, il monitor, la vecchia olivetti) e vomitare quello che non riesci più a tenerti dentro la testa. E quando vedi quello che hai fatto raggiungi lo stesso piacere che ti dà una sola cosa al mondo. Non c'entra il sesso, l'unica cosa che ti dà quel piacere è una bella cagata. Riflettici su e vedrai che ho ragione. Quando stai per fartela sotto (in senso fisico) s'attiva un meccanismo di piacere che trova il naturale sfogo in quel gioco d'addominali e contrazioni che si risolve in quel puzzolente magma che riempie la tazza del cesso. La scrittura è lo stesso. Quando senti veramente che devi scrivere qualcosa, cerchi di trattenerla il più possibile, magari pensi che sia solo un'illusione (un po' come quando rimandi la cagata e quando ti siedi era solo un falso stimolo). Ma se quella sensazione non ti abbandona più, devi scrivere, devi farlo, non devi perdere tempo a passare al setaccio le idee.
- almeno in una prima fase stendi i pensieri senza fare selezioni, senza filtri. Poi quelli verranno.
- Ma, alla fine, mi stimi o no?
- Dicky, fai l'alettone e stai zitto che perdiamo aerodinamicità!

-farmi toccare da te o da un altro mi è indifferente, non rinvio nulla per te, capiscimi: ho fatto di tutto per farmi odiare.


-Ci sei riuscita.


niente è più penoso di un uomo che tenta di tenere in piedi un amore finito.

Avvisi Dicotomici


Domani volo a Bologna, m'infilo in un treno per Rimini e poi in pullman per San Marino. Sono impegnato con: 


Semiotica del Visivo
Scuola Autunnale di Semiotica 

22-25 settembre 2003
Antico Monastero Santa Chiara


 Programma
Lunedì 22 settembre
 9.30-11.00     Lucia Corrain Università di Bologna


 Gli approcci


 11.30-13.00    Gianfranco Marrone Università di Palermo


                     Logo: strutture ed efficacia


 15.00-16.30    Paolo Fabbri Università di Bologna


                     Semiotica delle nuvole:


                     dal continuo alla discontinuità


 17.00-18.30    Atelier


                     Anita Macauda Università di Bologna


                     Fiutare l’immagine.


                     Figure olfattive nel visivo


 Martedì 23 settembre


   9.30-11.00    Lucia Corrain Università di Bologna


                     Gli approcci


 11.30-13.00    Ugo Volli Università di Torino


                     Come la pubblicità usa le immagini


 15.00-16.30   Tarcisio Lancioni Università di Siena


                   L’occhio indiscreto. Fotografia di reportage e costruzione della realtà
 17.00-18.30   Atelier


                    Andrea Catellani Università di Bologna


                    Variazioni semiotiche intorno a Untitled n. 24 di Rothko


 Mercoledì 24 settembre


 9.30-11.00   Lucia Corrain Università di Bologna


                   Gli approcci


 11.30-13.00  Maria Pia Pozzato Università di Bologna
                   Riflessioni sul semisimbolico.
                   Attorno a una crema Chanel


 15.00-16.30  Patrizia Magli Università di Venezia


                   Qualità esistenziale e valori materici


 17.00-18.30  Atelier


                   Carlo Giordano Università di Bologna


                   Framing net art


 Giovedì 25 settembre


  9.30-11.00  Lucia Corrain Università di Bologna


                  Gli approcci


 11.30-13.00 Paolo Leonardi Università di Bologna


                  Le fotografie hanno un significato naturale?


 15.00-16.30 Daniele Barbieri Università di Bologna


                  Visualizzare il tempo.


                  Alcune conseguenze della spazializzazione del tempo nel racconto per immagini


 17.00-18.30 Atelier


                  Maria Giulia Dondero Università di Milano iulm


                  Introspezioni ‘alla luce’:


                  il soliloquio in fotografia

Dico e Furio | dubbi in scatola.1


- Furio, mi stimi?
- cos'è la stima?
- guarda quel palazzo: io lo miro e lo rimiro e gli attribuisco secondo certi paramentri un qualche valore. Questa, in senso economico, è la stima. Per le persone il senso si dilata, include un giudizio piacevole che è imparentato con l'ammirazione.
- io ti attribuisco un valore, ma non lo se ti stimo.
- allora chi stimi? Le tette di Randi Ingerman? I tuoi amici?
- Forse gli amici, anzi, ne sono sicuro. I miei amici li stimo molto.
- E cos'è l'amicizia per te?
- Amore. In un certo senso è amore. Ho bisogno di loro, sono necessari nella mia vita
- Amore è bisogno e necessità. Anche cacare è una necessità.
- Appunto e pensa a tutte le parole che vengono soltanto da seduti! Ti ricordi COLLOQIUM VITAE? Quella canzone di Max Gazzè e Mao, quella che fa "ed un anno può sembrare un'ora con tutte le parole, con tutte le parole che vengono soltanto da seduti". Io non ho dubbi, quel "seduti" si riferisce alla posizione che si assume sul vasino e sul cesso.
- Anche la scrittura non chiede permessi, non rispetta le precedenze, quando viene devi interrompere tutto e prendere qualsiasi cosa (un foglio, una penna, la tastiera, il monitor, la vecchia olivetti) e vomitare quello che non riesci più a tenerti dentro la testa. E quando vedi quello che hai fatto raggiungi lo stesso piacere che ti dà una sola cosa al mondo. Non c'entra il sesso, l'unica cosa che ti dà quel piacere è una bella cagata. Riflettici su e vedrai che ho ragione. Quando stai per fartela sotto (in senso fisico) s'attiva un meccanismo di piacere che trova il naturale sfogo in quel gioco d'addominali e contrazioni che si risolve in quel puzzolente magma che riempie la tazza del cesso. La scrittura è lo stesso. Quando senti veramente che devi scrivere qualcosa, cerchi di trattenerla il più possibile, magari pensi che sia solo un'illusione (un po' come quando rimandi la cagata e quando ti siedi era solo un falso stimolo). Ma se quella sensazione non ti abbandona più, devi scrivere, devi farlo, non devi perdere tempo a passare al setaccio le idee.
- almeno in una prima fase stendi i pensieri senza fare selezioni, senza filtri. Poi quelli verranno.
- Ma, alla fine, mi stimi o no?
- Dicky, fai l'alettone e stai zitto che perdiamo aerodinamicità!

-farmi toccare da te o da un altro mi è indifferente, non rinvio nulla per te, capiscimi: ho fatto di tutto per farmi odiare.


-Ci sei riuscita.


niente è più penoso di un uomo che tenta di tenere in piedi un amore finito.

venerdì 19 settembre 2003

il blues dell'incompatibilità epidermica

Tutte l'estati le passo lì, sotto i lampioni della rotonda. Metto sull'asfalto il cappello e lascio parlare il sax. Non ho voglia di suonare, ora. Però mi va di raccontarvi una storia. L'ho sentita da un uomo che beveva tequila e lacrime sotto la macchina fulmina insetti del bar sport che hanno tirato su sul lungomare. Sicuro che appena inizia la stagione quelli della Guardia Costiera fanno venire le ruspe per sgrattarlo via dalla spiaggia. E così mandano in rovina il vecchio Liborio e io posso pure dire addio alle due birre Moretti che mi regala ogni sera prima di tirar giù la saracinesca.


L'uomo della mia storia stava sotto la macchinetta fulmina-insetti col naso sporco di moccio e disperazione. Dal juke-box John Lennon si lamentava nella sua versione di Stand by me. Ho visto un sacco di coppiette sbaciucchiarsi su quel disco. Sempre quella canzone. Tante di quelle volte che il solco del 45 giri s'è consumato e ormai dalle case arrivano solo spezzoni traballanti di note impastate male. L'uomo aveva in faccia una barbetta incolta e rossiccia e un neo sotto il mento. Sembrava lo stadio alla fine della partita, quando le due squadre hanno finito d'inseguire la palla e vengono quelli della pulizia per tirar via lattine e zolle fuori posto. Si vedeva chiaro che si teneva stretto ai ricordi per non rimanere solo. Io avevo racimolato abbastanza mille lire per portare qualche girl in discoteca, mai andato a puttane, io. Che poi si prendono AIDS, sifilide e altri dolci bacilli che ti scrostano la vita col viakal. Le donne le ubriaco di parole e musica, io. Ma se non hai qualche deca per portarle in un disco-pub le ragazze ti guardano con disprezzo dall'alto dei loro tacchi, come se tu fossi un foruncolo di pus giallo da spremere via dal mento.


Io stavo lì, con i polmoni stanchi e l'anima buia, più buia del buco del culo di un gorilla. Stavo lì e mi vedo quel tipo, con una faccia che poteva fare lo spot per articoli da suicidio. Lo guardo e in lui vedo un intero disco di blues. Il blues mi piace. M'avvicino strisciando sulla sabbia, tra i tavolini che Liborio ha messo sotto la tettoia. Gli dico che è proprio uno schifo bere da soli. Lui apre gli occhi, mi guarda e non dice niente. Prendo una sedia e mi siedo di fronte a lui. Chiamo Liborio e gli ordino due sambuche belle ghiacciate. L'uomo mette mano al portafoglio e insiste per pagare. Non sono uno di quelli che vuole offrire a tutti i costi, mi piace pagarmi da me quello che mi trinco. Non riesco a farlo desistere e mi dispiace. A quel disco di blues gliel'avrei offerto volentieri il primo giro.
Stava proprio male. Per una donna.
Mi chiede se voglio sentire una storia e io faccio di sì con un sopracciglio.
Sino a quattro giorni prima stava con una donna, una di quelle che ti viene il torcicollo quando passano per strada. Lui l'aveva conosciuta per strada. Una mattina s'era messo a piovere appena era sceso dal treno. Aspettava che spioveva sotto la pensilina liberty della stazione di Palermo. Lei era passata di lì e l'aveva visto con le scarpe già inzuppate. L'angelo aveva il più bel paio di occhi e di gambe che lui aveva mai visto (dalla scintilla che gli aveva illuminato il volto capii che anche il resto era di  prima scelta…) e gli offrì un pezzo del suo ombrello, quella visione era venuto a salvarlo da una sicura influenza e tra tutti aveva scelto proprio lui! Lui aveva accettato con un sorriso sulle labbra e inni di lode a Dio in testa. Era stracotto prima ancora di sapere che lei si chiamava Lisa.


Per due anni erano stati assieme. Ma lei non gli aveva voluto regalare la sua verginità. Stavano bene assieme, ad aspettare le mattinate abbracciati sotto il portone di casa. Andavano pure a dormire assieme. E quando disse "dormire", lo disse con la voce più cupa che riuscite a immaginarvi. Dormivano abbracciati e basta. Solo baci: il loro rapporto era caduto in uno stallo ormonale e lui era stato scagliato nel limbo dell'astinenza forzata. E gli bruciava, eccome se gli bruciava. E la pelle liscia e calda e gli occhi verdazzurri  di Lisa erano il più dolce e letale combustibile per quel fuoco. Pensava che prima o poi avrebbero superato insieme quello scoglio. Ci voleva solo pazienza e bastava autolisciarsi il piffero per evitare il dolore sordo alle estremità sferiche. Continuò a lungo a  flaggelarsi restandole accanto e riempiendola di rose a gambo lungo. Le leggeva i carmi infuocati di Catullo e lui, con la sua laurea in filosofia che ancora puzzava d'inchiostro, accettava pure quegli assurdi riferimenti al profilo platonico e "incomprensibile agli altri" del loro amore. Proprio lui che s'era laureato con un tesi sulla Teoria delle Idee di Platone doveva digerire a forza quelle definizioni che lei s'affannava a appiccicare a quella dolcissima tortura. Platone che aveva scritto pagine bellissime e sensuali nel suo Simposio, con tutti i commensali che rendevano tributo a Eros, figlio di Mancanza e Bisogno! Proprio Platone che aveva definito i filosofi i migliori amanti spiegando l'etimologia di filo-sofia: tensione divampante e costantemente inappagata per la sophia, per il sapere. E un gradino più giù all'amore per il sapere, l'amore terreno, l'amore fisico, completo. Inghiottiva quel "platonico" che lei s'ostinava a usare con leggerezza e continuava, stoicamente, quel rapporto.


Un giorno era finito tutto, la loro storia s'era disciolta all'uscita di un concerto al Massimo. E lui l'aveva accettato, senza grida e recriminazioni. Lisa aveva detto che amava tutto di lui ma c'era un'incompatibilità epidermica, disse proprio così "incompatibilità epidermica".
Io cominciai a capirci qualcosa, l'avevo ascoltato zitto, annuendo ogni tanto alle disgrazie di quel povero cristo. Non avevo manco bevuto un sorso della sambuca di Liborio. Su l'ultima frase la tracannai senza pensarci e sapevo già. "Incompatibilità epidermica" è una delle mie frasi preferite, la snocciolo alle ragazze già accoppiate che riesco ad agganciare. Dico loro di dire al loro NON-ANCORA-EX quelle due paroline, so bene che spiazza qualsiasi macho-man. Perfino peggio del sorpassato "restiamo amici".


Il mio sax aveva ascoltato tutto, era stato buono, attaccato alla cinghia che porto sempre al collo. Lo tenevo lì, lucido ottone bombato a aspettare di sparare i suoi blues. Era lì, ero sicuro di averlo agganciato bene. Lo vidi, lucido al riflesso viola della macchinetta fulmina-insetti. Ci fu uno zap che mandò al creatore una sbadata zanzara e poi il mio sax stretto nelle mani dell'uomo. Lo calò, una volta e ancora una. Lo calò sulle mie dita che stringevano il bicchiere vuoto.


***


Mi ha spappolato le dita. Un disco di blues mi ha spappolato le dita. I medici prima mi hanno estratto tutte le schegge di vetro e poi me l'hanno ingessate e steccate per bene. Forse potrò suonare di nuovo. Me l'ha detto l'infermiera più carina del reparto. Mi piacciono le sue forme intrappolate nel camice, se riesco a portarmela a casa le dico di tenerselo, solo quello e nient'altro.


"Come? Sei già fidanzata? Prova con INCOMPATIBILITÀ EPIDERMICA, funziona sempre!". 

il blues dell'incompatibilità epidermica

Tutte l'estati le passo lì, sotto i lampioni della rotonda. Metto sull'asfalto il cappello e lascio parlare il sax. Non ho voglia di suonare, ora. Però mi va di raccontarvi una storia. L'ho sentita da un uomo che beveva tequila e lacrime sotto la macchina fulmina insetti del bar sport che hanno tirato su sul lungomare. Sicuro che appena inizia la stagione quelli della Guardia Costiera fanno venire le ruspe per sgrattarlo via dalla spiaggia. E così mandano in rovina il vecchio Liborio e io posso pure dire addio alle due birre Moretti che mi regala ogni sera prima di tirar giù la saracinesca.


L'uomo della mia storia stava sotto la macchinetta fulmina-insetti col naso sporco di moccio e disperazione. Dal juke-box John Lennon si lamentava nella sua versione di Stand by me. Ho visto un sacco di coppiette sbaciucchiarsi su quel disco. Sempre quella canzone. Tante di quelle volte che il solco del 45 giri s'è consumato e ormai dalle case arrivano solo spezzoni traballanti di note impastate male. L'uomo aveva in faccia una barbetta incolta e rossiccia e un neo sotto il mento. Sembrava lo stadio alla fine della partita, quando le due squadre hanno finito d'inseguire la palla e vengono quelli della pulizia per tirar via lattine e zolle fuori posto. Si vedeva chiaro che si teneva stretto ai ricordi per non rimanere solo. Io avevo racimolato abbastanza mille lire per portare qualche girl in discoteca, mai andato a puttane, io. Che poi si prendono AIDS, sifilide e altri dolci bacilli che ti scrostano la vita col viakal. Le donne le ubriaco di parole e musica, io. Ma se non hai qualche deca per portarle in un disco-pub le ragazze ti guardano con disprezzo dall'alto dei loro tacchi, come se tu fossi un foruncolo di pus giallo da spremere via dal mento.


Io stavo lì, con i polmoni stanchi e l'anima buia, più buia del buco del culo di un gorilla. Stavo lì e mi vedo quel tipo, con una faccia che poteva fare lo spot per articoli da suicidio. Lo guardo e in lui vedo un intero disco di blues. Il blues mi piace. M'avvicino strisciando sulla sabbia, tra i tavolini che Liborio ha messo sotto la tettoia. Gli dico che è proprio uno schifo bere da soli. Lui apre gli occhi, mi guarda e non dice niente. Prendo una sedia e mi siedo di fronte a lui. Chiamo Liborio e gli ordino due sambuche belle ghiacciate. L'uomo mette mano al portafoglio e insiste per pagare. Non sono uno di quelli che vuole offrire a tutti i costi, mi piace pagarmi da me quello che mi trinco. Non riesco a farlo desistere e mi dispiace. A quel disco di blues gliel'avrei offerto volentieri il primo giro.
Stava proprio male. Per una donna.
Mi chiede se voglio sentire una storia e io faccio di sì con un sopracciglio.
Sino a quattro giorni prima stava con una donna, una di quelle che ti viene il torcicollo quando passano per strada. Lui l'aveva conosciuta per strada. Una mattina s'era messo a piovere appena era sceso dal treno. Aspettava che spioveva sotto la pensilina liberty della stazione di Palermo. Lei era passata di lì e l'aveva visto con le scarpe già inzuppate. L'angelo aveva il più bel paio di occhi e di gambe che lui aveva mai visto (dalla scintilla che gli aveva illuminato il volto capii che anche il resto era di  prima scelta…) e gli offrì un pezzo del suo ombrello, quella visione era venuto a salvarlo da una sicura influenza e tra tutti aveva scelto proprio lui! Lui aveva accettato con un sorriso sulle labbra e inni di lode a Dio in testa. Era stracotto prima ancora di sapere che lei si chiamava Lisa.


Per due anni erano stati assieme. Ma lei non gli aveva voluto regalare la sua verginità. Stavano bene assieme, ad aspettare le mattinate abbracciati sotto il portone di casa. Andavano pure a dormire assieme. E quando disse "dormire", lo disse con la voce più cupa che riuscite a immaginarvi. Dormivano abbracciati e basta. Solo baci: il loro rapporto era caduto in uno stallo ormonale e lui era stato scagliato nel limbo dell'astinenza forzata. E gli bruciava, eccome se gli bruciava. E la pelle liscia e calda e gli occhi verdazzurri  di Lisa erano il più dolce e letale combustibile per quel fuoco. Pensava che prima o poi avrebbero superato insieme quello scoglio. Ci voleva solo pazienza e bastava autolisciarsi il piffero per evitare il dolore sordo alle estremità sferiche. Continuò a lungo a  flaggelarsi restandole accanto e riempiendola di rose a gambo lungo. Le leggeva i carmi infuocati di Catullo e lui, con la sua laurea in filosofia che ancora puzzava d'inchiostro, accettava pure quegli assurdi riferimenti al profilo platonico e "incomprensibile agli altri" del loro amore. Proprio lui che s'era laureato con un tesi sulla Teoria delle Idee di Platone doveva digerire a forza quelle definizioni che lei s'affannava a appiccicare a quella dolcissima tortura. Platone che aveva scritto pagine bellissime e sensuali nel suo Simposio, con tutti i commensali che rendevano tributo a Eros, figlio di Mancanza e Bisogno! Proprio Platone che aveva definito i filosofi i migliori amanti spiegando l'etimologia di filo-sofia: tensione divampante e costantemente inappagata per la sophia, per il sapere. E un gradino più giù all'amore per il sapere, l'amore terreno, l'amore fisico, completo. Inghiottiva quel "platonico" che lei s'ostinava a usare con leggerezza e continuava, stoicamente, quel rapporto.


Un giorno era finito tutto, la loro storia s'era disciolta all'uscita di un concerto al Massimo. E lui l'aveva accettato, senza grida e recriminazioni. Lisa aveva detto che amava tutto di lui ma c'era un'incompatibilità epidermica, disse proprio così "incompatibilità epidermica".
Io cominciai a capirci qualcosa, l'avevo ascoltato zitto, annuendo ogni tanto alle disgrazie di quel povero cristo. Non avevo manco bevuto un sorso della sambuca di Liborio. Su l'ultima frase la tracannai senza pensarci e sapevo già. "Incompatibilità epidermica" è una delle mie frasi preferite, la snocciolo alle ragazze già accoppiate che riesco ad agganciare. Dico loro di dire al loro NON-ANCORA-EX quelle due paroline, so bene che spiazza qualsiasi macho-man. Perfino peggio del sorpassato "restiamo amici".


Il mio sax aveva ascoltato tutto, era stato buono, attaccato alla cinghia che porto sempre al collo. Lo tenevo lì, lucido ottone bombato a aspettare di sparare i suoi blues. Era lì, ero sicuro di averlo agganciato bene. Lo vidi, lucido al riflesso viola della macchinetta fulmina-insetti. Ci fu uno zap che mandò al creatore una sbadata zanzara e poi il mio sax stretto nelle mani dell'uomo. Lo calò, una volta e ancora una. Lo calò sulle mie dita che stringevano il bicchiere vuoto.


***


Mi ha spappolato le dita. Un disco di blues mi ha spappolato le dita. I medici prima mi hanno estratto tutte le schegge di vetro e poi me l'hanno ingessate e steccate per bene. Forse potrò suonare di nuovo. Me l'ha detto l'infermiera più carina del reparto. Mi piacciono le sue forme intrappolate nel camice, se riesco a portarmela a casa le dico di tenerselo, solo quello e nient'altro.


"Come? Sei già fidanzata? Prova con INCOMPATIBILITÀ EPIDERMICA, funziona sempre!". 

Dentro la mia scatola da MacchiaFogli


Novelle (Romanzi?) [+20 pagg.]


Lo strano caso della Statua della Libertà (1992, gangster-story mai finita),
De Amicitia et Adulescentia (1997, 20 pagg. dattiloscritte),
L'Infinita commedia (1997, 12 pagg. dattiloscritte)[embrione di Dicotomici Furori]
Il liceo dei morti viventi (poi divenuto "Dicotomici Furori") (1998, 40 pagg. dattiloscritte),
Black Hole (1999, 35 pagg. battute sul mio primo computer)(poi sarà Nuovo Buco)
Dicotomici Furori (2000 riveduto e corretto, 75 pagg.)
Gocce di vita (2000, 45 pagg.)*
Nuovo Buco (2001, 33 pagg.)*
Ulisse, lumache e cioccolatini (2002, 150 pagg.)*


Racconti e Riflessioni Raccontate


Dreamland (1998)
Le tre parole magiche (2000) [pubblicato su Atlantide, la community di Virgilio]
La mia Itaca (2000) [pubblicato su Atlantide, la community di Virgilio]
Il vuoto (2000)
Il guardiano del ponte (2000) (tema di maturità che mi ha fatto guadagnare la menzione)
La sindrome di Bartleboom (2001)
E il bacio fu (2001) [pubblicato su Atlantide, la community di Virgilio]
Come se non dovessimo mai morire (2001) [pubblicato su Atlantide, la community di Virgilio]
Il blues dell'incompatibilità epidermica (2002)
Il tempo delle ics (2002)
La pozzanghera (2002)
La moneta della lumaca (2002)
Io, le Donne e la Scrittura (2003)
Edicole, magagne e fiducia (2003)
That's Sicily [con i dubbi arancioni in testa] (2003)
Sulla divina mania e Valeria Rossi (2003)
Scrivere con la cazzuola (2003)
i viaggi di una cazzuola di mare (2003)
Gli spazi bianchi in una notte di mezz'estate (2003)
Titoli, caponate e parole-guida (2003)
L'anno delle Storie (riflessi e riflessioni) (2003)
7 Interviste (Im)possibili (2000-2003)


Exp in versi


That's Sicily [pubblicato su www.voices.it]
L'ultimo sorriso
Caponata (raccolta)


Progetti


Ideazione, grafica e gestione dei contenuti di www.bombasicilia.net (on-line dal 16 ottobre 2001), presentato ufficialmente sul portale della scrittura creativa di Super Eva; segnalato su Vibrisse, la newsletter di Giulio Mozzi e sul Giornale di Sicilia. La prima uscita pubblica è stata nel febbraio del 2002 al primo convegno Scritture dal Sud.


Experimentazioni saturniste allo scanner (2001/2003)


sono tutte on-line, e in mezzo c'è pure Ritratto di DDT (esposto alla seconda biennale di Arte Contemporanea di Porto Ercole)


Saggi di letteratura
Il cielo che fu dell'aquilone (2000)
Verso una società di scarafaggi (2002)
La sete di amore libero (2003)


(molti dei racconti e delle poesie del periodo 2001-2003 sono state pubblicate su gasoline, la web-zine di BombaCarta)
(*pubblicati o in via di pubblicazione su
www.bombasicilia.net)

Dentro la mia scatola da MacchiaFogli


Novelle (Romanzi?) [+20 pagg.]


Lo strano caso della Statua della Libertà (1992, gangster-story mai finita),
De Amicitia et Adulescentia (1997, 20 pagg. dattiloscritte),
L'Infinita commedia (1997, 12 pagg. dattiloscritte)[embrione di Dicotomici Furori]
Il liceo dei morti viventi (poi divenuto "Dicotomici Furori") (1998, 40 pagg. dattiloscritte),
Black Hole (1999, 35 pagg. battute sul mio primo computer)(poi sarà Nuovo Buco)
Dicotomici Furori (2000 riveduto e corretto, 75 pagg.)
Gocce di vita (2000, 45 pagg.)*
Nuovo Buco (2001, 33 pagg.)*
Ulisse, lumache e cioccolatini (2002, 150 pagg.)*


Racconti e Riflessioni Raccontate


Dreamland (1998)
Le tre parole magiche (2000) [pubblicato su Atlantide, la community di Virgilio]
La mia Itaca (2000) [pubblicato su Atlantide, la community di Virgilio]
Il vuoto (2000)
Il guardiano del ponte (2000) (tema di maturità che mi ha fatto guadagnare la menzione)
La sindrome di Bartleboom (2001)
E il bacio fu (2001) [pubblicato su Atlantide, la community di Virgilio]
Come se non dovessimo mai morire (2001) [pubblicato su Atlantide, la community di Virgilio]
Il blues dell'incompatibilità epidermica (2002)
Il tempo delle ics (2002)
La pozzanghera (2002)
La moneta della lumaca (2002)
Io, le Donne e la Scrittura (2003)
Edicole, magagne e fiducia (2003)
That's Sicily [con i dubbi arancioni in testa] (2003)
Sulla divina mania e Valeria Rossi (2003)
Scrivere con la cazzuola (2003)
i viaggi di una cazzuola di mare (2003)
Gli spazi bianchi in una notte di mezz'estate (2003)
Titoli, caponate e parole-guida (2003)
L'anno delle Storie (riflessi e riflessioni) (2003)
7 Interviste (Im)possibili (2000-2003)


Exp in versi


That's Sicily [pubblicato su www.voices.it]
L'ultimo sorriso
Caponata (raccolta)


Progetti


Ideazione, grafica e gestione dei contenuti di www.bombasicilia.net (on-line dal 16 ottobre 2001), presentato ufficialmente sul portale della scrittura creativa di Super Eva; segnalato su Vibrisse, la newsletter di Giulio Mozzi e sul Giornale di Sicilia. La prima uscita pubblica è stata nel febbraio del 2002 al primo convegno Scritture dal Sud.


Experimentazioni saturniste allo scanner (2001/2003)


sono tutte on-line, e in mezzo c'è pure Ritratto di DDT (esposto alla seconda biennale di Arte Contemporanea di Porto Ercole)


Saggi di letteratura
Il cielo che fu dell'aquilone (2000)
Verso una società di scarafaggi (2002)
La sete di amore libero (2003)


(molti dei racconti e delle poesie del periodo 2001-2003 sono state pubblicate su gasoline, la web-zine di BombaCarta)
(*pubblicati o in via di pubblicazione su
www.bombasicilia.net)

giovedì 18 settembre 2003

30 e lode in Storia della filosofia medievale (-5 alla laurea) e un bel complimento dal mio futuro scrittore preferito. Manca solo una bella riflessione di daX per chiudere una bella giornata.
Dimenticavo mi sono beccato pure un viaggio tutto pagato dall'Università di Palermo, dal 20 al 26 sono a San Marino. Dal 2 al 6 ottobre a Roma.


Di solito dopo tanta fortuna in un film capita un colpo di scena che ammazza il fortunato. Mi devo preoccupare?

30 e lode in Storia della filosofia medievale (-5 alla laurea) e un bel complimento dal mio futuro scrittore preferito. Manca solo una bella riflessione di daX per chiudere una bella giornata.
Dimenticavo mi sono beccato pure un viaggio tutto pagato dall'Università di Palermo, dal 20 al 26 sono a San Marino. Dal 2 al 6 ottobre a Roma.


Di solito dopo tanta fortuna in un film capita un colpo di scena che ammazza il fortunato. Mi devo preoccupare?

mercoledì 17 settembre 2003

Dico e Furio sono i due marmocchi nella scatola.
Dico è quello con la maglietta nera, buono, calmo e silenziosamente incrostato di ottimismo. Furio è suo fratello, è convinto che quella scatola sia una Ferrari e Dico gli serve come alettone. Sono fatti così, hanno opinioni contraddittorie su tutto. Dico vede una A e legge A, Furio per farlo uscire dal bozzolo pacifico in cui si è racchiuso, legge B.
Io sono la scatola che li contiene entrambi.

Dico e Furio sono i due marmocchi nella scatola.
Dico è quello con la maglietta nera, buono, calmo e silenziosamente incrostato di ottimismo. Furio è suo fratello, è convinto che quella scatola sia una Ferrari e Dico gli serve come alettone. Sono fatti così, hanno opinioni contraddittorie su tutto. Dico vede una A e legge A, Furio per farlo uscire dal bozzolo pacifico in cui si è racchiuso, legge B.
Io sono la scatola che li contiene entrambi.

giovedì 11 settembre 2003

Edicole, Magagne e Fiducia


Settembre è tempo di raccolte, i quotidiani e i periodici incominciano ad allegare qualsiasi cosa: dvd, cd, libri, enciclopedie, videocassette, cataloghi d'arte, antologie di fumetti, saggi storici, dossier monotematici, video-inchieste, etc. etc.
Bene, mi fa piacere, è sempre cultura. Certo, lontana anni luce dalla cultura spazza-sofferenze che sognavano i baffi di Elio Vittorini sull'editoriale del primo numero del Politecnico, ma le coordinate e le ascisse spazio-temporali mutano gusti e preferenze.
Non basta più il contenuto del giornale a stimolare l'acquisto. Il quotidiano è quell'entità cartacea che danno come allegato alla videocassetta o alle tette del calendario. Mi è arrivato un ricordo, un piccolo sketch di Gene Gnocchi (che non ho mai capito se mi sta simpatico o no, o proprio la sua  schietta antipatia me lo rende simpatico?): Gene era un ciclista dopato e narrava le origini del suo dramma. Era tutta colpa degli inserti e degli allegati dei giornali. Voleva semplicemente un giornale da mettere nella giacchetta per combattere il vento con quel rimedio che sa di cose antiche e buone ma non aveva fatto i conti con gli allegati. Il quotidiano, il libro, il cd, la videocassetta lo appesantivano così tanto che aveva dovuto ricorrere al doping per riuscire a completare la gara.
La storia si ripete e si amplifica: basta pensare all'ottima iniziativa di Repubblica, l'enciclopedia Utet in 20 agili volumi. Ma ecco che arriva la magagna. L'Edicolante (idea Universale che raggruppa tutti gli edicolanti del mondo) aspira sempre a guadagnarsi un aggettivo possessivo: vuole essere il TUO EDICOLANTE. Anzi, di più, vuole essere il Tuo Edicolante Di Fiducia, il tuo edicolante HI-Fi. Ammiro questa dedizione ma c'è al fondo nero del barattolo un paradosso. Per chi come me ama vagabondare da un'edicola all'altra sulla scia delle emozioni (e soprattutto per non trovarsi di fronte all'imbarazzante situazione di un conto di 75 euro alla tua richiesta del Corriere della Sera [sommando quello che il tuo edicolante gentilmente ti mette da parte]). Il sistema però mi (ci?) impedisce di svolazzare da un'edicola all'altra. Anche se voglio acquistare mi impediscono di farlo (altro che l'Inquietante Uomo Col Sacchetto Giallo In Cerca del Suo "Grazie" Quotidiano).
E passi l'arrembaggio vergognoso che scatenano i volumi gratis dati in pasto alla massa per innestare la fidelizzazione (ho visto cose che voi Lettori non potete neanche immaginare: Giufà qualsiasi scesi dalla campagna alla ricerca del Nome di Rosa con l'Eco [offerta lancio del primo volume della biblioteca del 900 di repubblica] o peggio ancora le orde barbare che reclamavano pane e enciclopedie, tutti volevano il sapere dalla A alla Apra, anche in duplice copia, se possibile. E poi col Caravaggio del Corriere, insomma la storia si ripete ogni ad maledetta nuova raccolta.
Ma c'è qualcosa che mi fa prudere il cervello e rotolare estremità sferiche. Passo ai fatti e poi tiro le somme.
Ogni mattina il mio cane mi porta a passeggiare (chiunque abbia un quattrozampe capirà cosa intendo: siamo noi attaccati al guinzaglio e non viceversa), e ogni mattina vedo lei: l'edicola ottagonale di fronte alla sede distaccata del Municipio. L'edicola ottagonale è ancora in ferro e vetro, senza orpelli di plexiglass e alluminio lucidato a  specchio e senza nemmeno una maniglia cromata. Un'edicola che sa di passato, un piatto bello pieno in cui saziarsi di parole stampate. Procedo: attacco il cane a un palo dell'Enel, ci ripenso e preferisco una zampa di una moscia panchina di ferro e mi appropinquo. Chiedo il Corriere della Sera con il MOndo. Preparo già la faccia di Dante sul palmo della mano.
E l'edicolante mi risponde laconico: "esaurito".
Cribbio, penso: sono le 7:17, ci sono lettori così mattinieri? Il Corriere c'è, è ancora impacchettato, il Mondo è già "esaurito".
Stavolta dico basta, mi piazzo sulla panchina e lì attendo. Perché, cascasse il mondo, voglio vederci chiaro in questa faccenda. E resto lì, col cane che mi slinguazza le mani. Si fanno le 8 ed ecco arrivare la processione dei dipendenti del Municipio.
Tempero l'udito e la vista ed ecco che i miei sospetti si concretizzano. "Dottore, tenga il Corriere col Mondo, gliel'ho tenuto da parte."
Mi vedo come in una foto. La mia faccia una maschera di rabbia, la faccia dell'edicolante ridotta a brandelli di pelle, sangue e spregiudicato senso degli affari; i denti lucidi sull'asfalto. Riapro gli occhi e placidamente, senza far nulla, riprendo il mio vagare.


Mi restano i miei dubbi appuntiti: se non mi faccio mai monopolizzare da uno e un solo edicolante, potrò mai acquistare quello che voglio? Se non mi scelgo un "mio" edicolante "di fiducia" potrò mai leggere liberamente quello che il mercato editoriale mi propone?
Giro la domanda al mio cane e lei, scondizolando, mi sorride con un sorriso viola. Viola come le bugie che gli edicolanti del mondo mi porgono tintinnando.

Edicole, Magagne e Fiducia


Settembre è tempo di raccolte, i quotidiani e i periodici incominciano ad allegare qualsiasi cosa: dvd, cd, libri, enciclopedie, videocassette, cataloghi d'arte, antologie di fumetti, saggi storici, dossier monotematici, video-inchieste, etc. etc.
Bene, mi fa piacere, è sempre cultura. Certo, lontana anni luce dalla cultura spazza-sofferenze che sognavano i baffi di Elio Vittorini sull'editoriale del primo numero del Politecnico, ma le coordinate e le ascisse spazio-temporali mutano gusti e preferenze.
Non basta più il contenuto del giornale a stimolare l'acquisto. Il quotidiano è quell'entità cartacea che danno come allegato alla videocassetta o alle tette del calendario. Mi è arrivato un ricordo, un piccolo sketch di Gene Gnocchi (che non ho mai capito se mi sta simpatico o no, o proprio la sua  schietta antipatia me lo rende simpatico?): Gene era un ciclista dopato e narrava le origini del suo dramma. Era tutta colpa degli inserti e degli allegati dei giornali. Voleva semplicemente un giornale da mettere nella giacchetta per combattere il vento con quel rimedio che sa di cose antiche e buone ma non aveva fatto i conti con gli allegati. Il quotidiano, il libro, il cd, la videocassetta lo appesantivano così tanto che aveva dovuto ricorrere al doping per riuscire a completare la gara.
La storia si ripete e si amplifica: basta pensare all'ottima iniziativa di Repubblica, l'enciclopedia Utet in 20 agili volumi. Ma ecco che arriva la magagna. L'Edicolante (idea Universale che raggruppa tutti gli edicolanti del mondo) aspira sempre a guadagnarsi un aggettivo possessivo: vuole essere il TUO EDICOLANTE. Anzi, di più, vuole essere il Tuo Edicolante Di Fiducia, il tuo edicolante HI-Fi. Ammiro questa dedizione ma c'è al fondo nero del barattolo un paradosso. Per chi come me ama vagabondare da un'edicola all'altra sulla scia delle emozioni (e soprattutto per non trovarsi di fronte all'imbarazzante situazione di un conto di 75 euro alla tua richiesta del Corriere della Sera [sommando quello che il tuo edicolante gentilmente ti mette da parte]). Il sistema però mi (ci?) impedisce di svolazzare da un'edicola all'altra. Anche se voglio acquistare mi impediscono di farlo (altro che l'Inquietante Uomo Col Sacchetto Giallo In Cerca del Suo "Grazie" Quotidiano).
E passi l'arrembaggio vergognoso che scatenano i volumi gratis dati in pasto alla massa per innestare la fidelizzazione (ho visto cose che voi Lettori non potete neanche immaginare: Giufà qualsiasi scesi dalla campagna alla ricerca del Nome di Rosa con l'Eco [offerta lancio del primo volume della biblioteca del 900 di repubblica] o peggio ancora le orde barbare che reclamavano pane e enciclopedie, tutti volevano il sapere dalla A alla Apra, anche in duplice copia, se possibile. E poi col Caravaggio del Corriere, insomma la storia si ripete ogni ad maledetta nuova raccolta.
Ma c'è qualcosa che mi fa prudere il cervello e rotolare estremità sferiche. Passo ai fatti e poi tiro le somme.
Ogni mattina il mio cane mi porta a passeggiare (chiunque abbia un quattrozampe capirà cosa intendo: siamo noi attaccati al guinzaglio e non viceversa), e ogni mattina vedo lei: l'edicola ottagonale di fronte alla sede distaccata del Municipio. L'edicola ottagonale è ancora in ferro e vetro, senza orpelli di plexiglass e alluminio lucidato a  specchio e senza nemmeno una maniglia cromata. Un'edicola che sa di passato, un piatto bello pieno in cui saziarsi di parole stampate. Procedo: attacco il cane a un palo dell'Enel, ci ripenso e preferisco una zampa di una moscia panchina di ferro e mi appropinquo. Chiedo il Corriere della Sera con il MOndo. Preparo già la faccia di Dante sul palmo della mano.
E l'edicolante mi risponde laconico: "esaurito".
Cribbio, penso: sono le 7:17, ci sono lettori così mattinieri? Il Corriere c'è, è ancora impacchettato, il Mondo è già "esaurito".
Stavolta dico basta, mi piazzo sulla panchina e lì attendo. Perché, cascasse il mondo, voglio vederci chiaro in questa faccenda. E resto lì, col cane che mi slinguazza le mani. Si fanno le 8 ed ecco arrivare la processione dei dipendenti del Municipio.
Tempero l'udito e la vista ed ecco che i miei sospetti si concretizzano. "Dottore, tenga il Corriere col Mondo, gliel'ho tenuto da parte."
Mi vedo come in una foto. La mia faccia una maschera di rabbia, la faccia dell'edicolante ridotta a brandelli di pelle, sangue e spregiudicato senso degli affari; i denti lucidi sull'asfalto. Riapro gli occhi e placidamente, senza far nulla, riprendo il mio vagare.


Mi restano i miei dubbi appuntiti: se non mi faccio mai monopolizzare da uno e un solo edicolante, potrò mai acquistare quello che voglio? Se non mi scelgo un "mio" edicolante "di fiducia" potrò mai leggere liberamente quello che il mercato editoriale mi propone?
Giro la domanda al mio cane e lei, scondizolando, mi sorride con un sorriso viola. Viola come le bugie che gli edicolanti del mondo mi porgono tintinnando.

mercoledì 10 settembre 2003

Storie Vere e Vere Storie


E 3. Sono tre volte che leggo tra i commenti "ma questa storia è vera o finta"? Questa ennesima domanda mi spinge a cercare di capirci qualcosa. Se per verità intendiamo la corrispondenza tra la cosa narrata e la narrazione della cosa, tutte le storie sono vere. Sono vere storie, basta far slittare di una posizione l'aggettivo per andare a smuovere la metafisica. Facciamo un esempio, così mi capisco meglio pure io. Il riferimento d'obbligo è il vecchio Hitchcock, ricordate i suoi flashback bugiardi? L'assassino o chi era in combutta con l'assassino, spesso narrava la *sua* verità e il vecchio Alf sulle note della Marcia funebre di una marionetta, si divertiva a riempirci gli occhi con un flashback finto come una moneta da tre euro. Lo spettatore era sbatacchiato in un dubbio cosmico, da sempre il Regista Signore e Creatore assoluto aveva ripreso quello che realmente avveniva. L'investigatore poteva esserne all'oscuro ma quello che si vedeva sullo schermo era vero. Ed era vero pure quello che avveniva fuori scena. Alf mischiò le carte ottenendo effetti dirompenti.
Il flashback bugiardo ormai non stuzzica più nessuno, l'hanno sdoganato Aldo, Giovanni e Giacomo nel loro ultimo film. Tutto quello che avviene allo smemorato Aldo prima della sorpresa finale, non è vero, non è mai successo ma noi vediamo tutto sullo schermo e sino all'ultimo ci crediamo.  Ma a prescindere dall'adesione alla realtà le storie che i due baffuti regalano ad Aldo, sono vere storie, quindi qualche grammo di verità l'hanno.
Distinguiamo prima di impantanarci due livelli di verità: quello delle cose che sono nel mondo del sensibile e quelle delle cose che non hanno riscontro con la realtà ma sono ugualmente latrici di una verità, quella, appunto di essere vere storie (e non storie vere). Compartecipano all'Essere, quindi non possiamo negare che esse siano vere. Una storia è sempre vera, anzi, più è finta e lontana dal fluire di ciò che è accaduto (o che accade o che accadrà) più è una vera storia.
Rido di gusto quando mi chiedono se quello che racconto è vero o falso: è un vero racconto, se ha avuto o avrà riscontri con la realtà fisica è un altro discorso. Un occhio dipinto è un vero occhio? Entrambi dividono il nome e l'idea, uno è dipinto e l'altro lo posso toccare (anche se ciò non farà felice il proprietario dell'occhio). Il criterio dell'adesione al reale non è applicabile alle storie. Perché le donne e gli uomini vivono immersi in un mondo di storie, storie che possono verificare e verificarsi solo in minima parte. Quello che ci narra il telegiornale è vero? E chi lo sa? Nemmeno le immagini ci aiutano, troppi falsi storici ci hanno ormai allontanato dalla cieca fiducia nella vista (che resta sempre il senso più nobile).
Se io facessi cadere davanti a voi una penna e la penna rimbalzasse sul vostro alluce davanti a decine e decine di testimoni, chiedendo ai teste di "raccontarmi" quello che hanno visto, otterrei decine e decine di versioni diverse, tutte egualmente vere storie.
E allora lasciamo agli altri la verità e godiamoci le storie. Siamo animali linguistici, viviamo nel linguaggio che sorge in noi come attività specie-specifica. Non è un semplice strumento, ci resta appiccicato per sempre. Anche se diventassimo muti, continueremmo a usare il linguaggio appreso indirizzandolo in nuovi canali. Al linguaggio è connesso la polivocità, non possiamo farci nulla. L'essere, scriveva Aristotele, si dice in molti modi. Si dice, si scrive, si racconta.

Storie Vere e Vere Storie


E 3. Sono tre volte che leggo tra i commenti "ma questa storia è vera o finta"? Questa ennesima domanda mi spinge a cercare di capirci qualcosa. Se per verità intendiamo la corrispondenza tra la cosa narrata e la narrazione della cosa, tutte le storie sono vere. Sono vere storie, basta far slittare di una posizione l'aggettivo per andare a smuovere la metafisica. Facciamo un esempio, così mi capisco meglio pure io. Il riferimento d'obbligo è il vecchio Hitchcock, ricordate i suoi flashback bugiardi? L'assassino o chi era in combutta con l'assassino, spesso narrava la *sua* verità e il vecchio Alf sulle note della Marcia funebre di una marionetta, si divertiva a riempirci gli occhi con un flashback finto come una moneta da tre euro. Lo spettatore era sbatacchiato in un dubbio cosmico, da sempre il Regista Signore e Creatore assoluto aveva ripreso quello che realmente avveniva. L'investigatore poteva esserne all'oscuro ma quello che si vedeva sullo schermo era vero. Ed era vero pure quello che avveniva fuori scena. Alf mischiò le carte ottenendo effetti dirompenti.
Il flashback bugiardo ormai non stuzzica più nessuno, l'hanno sdoganato Aldo, Giovanni e Giacomo nel loro ultimo film. Tutto quello che avviene allo smemorato Aldo prima della sorpresa finale, non è vero, non è mai successo ma noi vediamo tutto sullo schermo e sino all'ultimo ci crediamo.  Ma a prescindere dall'adesione alla realtà le storie che i due baffuti regalano ad Aldo, sono vere storie, quindi qualche grammo di verità l'hanno.
Distinguiamo prima di impantanarci due livelli di verità: quello delle cose che sono nel mondo del sensibile e quelle delle cose che non hanno riscontro con la realtà ma sono ugualmente latrici di una verità, quella, appunto di essere vere storie (e non storie vere). Compartecipano all'Essere, quindi non possiamo negare che esse siano vere. Una storia è sempre vera, anzi, più è finta e lontana dal fluire di ciò che è accaduto (o che accade o che accadrà) più è una vera storia.
Rido di gusto quando mi chiedono se quello che racconto è vero o falso: è un vero racconto, se ha avuto o avrà riscontri con la realtà fisica è un altro discorso. Un occhio dipinto è un vero occhio? Entrambi dividono il nome e l'idea, uno è dipinto e l'altro lo posso toccare (anche se ciò non farà felice il proprietario dell'occhio). Il criterio dell'adesione al reale non è applicabile alle storie. Perché le donne e gli uomini vivono immersi in un mondo di storie, storie che possono verificare e verificarsi solo in minima parte. Quello che ci narra il telegiornale è vero? E chi lo sa? Nemmeno le immagini ci aiutano, troppi falsi storici ci hanno ormai allontanato dalla cieca fiducia nella vista (che resta sempre il senso più nobile).
Se io facessi cadere davanti a voi una penna e la penna rimbalzasse sul vostro alluce davanti a decine e decine di testimoni, chiedendo ai teste di "raccontarmi" quello che hanno visto, otterrei decine e decine di versioni diverse, tutte egualmente vere storie.
E allora lasciamo agli altri la verità e godiamoci le storie. Siamo animali linguistici, viviamo nel linguaggio che sorge in noi come attività specie-specifica. Non è un semplice strumento, ci resta appiccicato per sempre. Anche se diventassimo muti, continueremmo a usare il linguaggio appreso indirizzandolo in nuovi canali. Al linguaggio è connesso la polivocità, non possiamo farci nulla. L'essere, scriveva Aristotele, si dice in molti modi. Si dice, si scrive, si racconta.

martedì 9 settembre 2003

é tempo di scegliere


Dicotomiche lettrici e Dicotomici Lettori, scegliete: o questa grafica essenziale e aperta a varie interpretazioni o quella di www.dicotomicifurori.splinder.it . Per me pari sono in quanto prodotte entrambe dal dicotomico encefalo.

é tempo di scegliere


Dicotomiche lettrici e Dicotomici Lettori, scegliete: o questa grafica essenziale e aperta a varie interpretazioni o quella di www.dicotomicifurori.splinder.it . Per me pari sono in quanto prodotte entrambe dal dicotomico encefalo.

Io, le Donne e la Scrittura (abbondano a fine estate le Maiuscole)


Chiamatela deformazione onirico-professionale o chiamatela onanismo neuronico: il risultato non cambia. Ormai lo sapete che sono un macchiafogli per destino e volontà, sogno il mio nome a caratteri cubitali nelle vetrine delle Feltrinelli d'Italia e mi vedo al fianco di Inge Feltrinelli nelle sue foto in bianco e nero, lì, accanto a Hemingway, accanto a Fernanda Pivano e a tutti gli altri. Questo perché dicono che i sogni non costano nulla. E, credetemi, quando cammini lungo i binari sbirciando in lontananza il treno che ancora non arriva, i sogni aiutano. Soprattutto se la banconota che mi accompagna nelle mie passeggiate non supera mai lo stato larvale dei 10 euro. Forse una volta l'ho vista una banconota da 500 euro, in qualche documentario. E mi sa che resterà per lungo tempo solo un ricordo sbiadito. Allora fuggo negli spazi bianchi della giornanta cavalcando un cammello con l'orchite.
Ho un vizio incrostato nell'ultimo strato dell'epidermide, non so proprio perché, ma ogni volta che vedo una Donna e uno dei miei neuroni pensa che proprio lei potrebbe essere la mia futura ex-ragazza, io parto in quarta scriorinando in un fiume di frasi la mia vita, le mie ultime letture, le mie passioni e soprattutto il mio Sogno. E questo sarebbe niente.
Se la natura non mi ha regalato la faccia di Brad Pitt sul collo mi devo aiutare stimolando un seppur vago interesse per quello che mi porto DENTRO il cranio (questa filosofia la applico solo a senso unico: una cozza resta cozza anche se scrive e pensa meglio di me. Odiatemi pure.). Solo che a questo si aggiunge il masochistico raptus che si attiva: devo trascinare la Donna Che Potrebbe Essere La Mia Futura Ex nel mio Sogno. Anche lei deve scrivere, deve inzuppare le sue aspirazioni nella mia tazza dei sogni.
E ciò mi conduce spesso in situazioni ai limiti della sopportabilità che poi riutilizzo per riempire anche questi spazi bianchi.
Quindi perché lamentarmi se sono situazioni che creo io? Perché mi sorprendo ancora se una delle tante (dipende dai punti di vista) Ex mi lascia messaggi come questo: "nonostante l'arroganza e l'antipatia continuino a sovrastarti, ancora la tua opinione su quello che scrivo m'interessa, Lisa
p.s. "...stavolta non ci sarebbero state scuse da inventare per un maglione, un cuscino, un pavimento macchiati. Non avrebbe più potuto pulirli..." questo si chiama plagio: potresti, già che ci sei farmi rileggere quello che hai di mio? io ho distrutto tutto ormai."
Traduzione Dicotomica: mi stai sempre più sul cazzo (che non ho) ma mi piace come commenti la mia produzione in versi. Quindi come persona ti detesto ma come critico ti ammiro. A proposito, quando scrivi non plagiare le poesie che IO HO SCRITTO PER TE MA NON PER QUESTO SONO TUE. Pure che le ho distrutte sono ancora mie. Anzi, se le trovi ridammele. Buona giornata"
La traduzione serve a illuminare il distruttivo risultato delle mie azioni, lo ammetto: me la sono cercata.


E si ripete ogni volta, è il mio sasso di Sisifo.
Altro dove, altro quando:"Sono di nuovo io! Mi sono collegata al tuo sito e ho letto un pò di novelle. Non ti faccio complimenti, sai che non sono il mio forte, e poi tu lo sai già...Hai detto bene, sapevo scrivere, ma da tre anni mi sono abbrutita sui libri e ai fornelli:ora la mia specialità sono le torte, i romanzi li lascio scrivere al mio ragazzo.Ebbene sì, sapessi come sono cambiata....Sto ormai da due anni con un ragazzo...E chi lo avrebbe detto?Prendere quel treno è stata la cosa più furba di tutte. Neanche mia madre mi riconosce più: ho recuperato un rapporto che era ormai troppo logoro con i miei. Hanno iniziato ad apprezzarmi e io ho fatto altrettanto...e sto facendo una corsa contro il tempo per laurearmi presto e tornare giù...O almeno da Roma in giù...ma con la mia famiglia. Perché forse te ti ricordi solo una stronzetta arrivista, e nn ti do torto, ma ora so solo che voglio stò dannato pezzo di carta e tornare dalla mia famiglia e, farmi una mia famiglia. Un prof un giorno a colloquio mi ha proposto un dottorato sotto la sua ala protettiva subito dopo la laurea e io rifiuterò.Vorrebbero dire altri tre anni in questa città di merda....Come vedi non solo tu hai la media del 30....Per il resto, avrei fatto meglio a far giurisprudenza, dato che mi piace da morire il diritto,ma nella vita tutto è possibile...Se riuscissi ad entrare nell'Interpool...Scrivimi presto! Mò vado a studiare.Bacibaci!


traduzione dicotomica: Pensavi che mi sarei tolta dalle palle dopo che ti ho ridotto a una larva? No, ti ho dato il tempo di riprenderti ed eccomi qui per rosolarti le chiappe un altro pò sotto il peso dei ricordi. Ho spulciato le cose che scrivi per vedere se c'erano gli estremi per intentare una causa per diffamazione contro di te. E che vuoi che me ne freghi di te: ho trovato un nuovo ragazzo che scrive meglio di te, mio dicotomico ex. La mia vita da quando ti ho lasciato va a meraviglia, anch'io ho il libretto zeppo di 30, che credi di essere solo tu il migliore del tuo corso di laurea? Nella vita tutto è possibile: mi sono messa perfino con te! Mi piacerebbe entrare nell'Interpol e cercare qualsiasi cosa contro di te per distruggerti definitivamente. Scrivimi altre cazzate così vedo quanto sei diventato patetico nell'infarcire l'e-mail di "simpatici" riferimenti al passato. Lasciatelo alle spalle e vivi. vado a fare qualcosa di MEGLIO. Bacibaci (quelli che non ti darò mai più nemmeno per cartolina).


La prossima volta giuro che mi amputo entrambe le mani.



stttto scrivennndo conn una pennaaa in bocca, le mani le ho lasciate sul tavolino del pub. neee eho conosciuta un'altraaa. Volevaa farew la scrrittrice. non ci sono riuscito a trattenermi... come si fa a continuare così, qua ci va un punto interrogativo ma con la penna non ci riesco a schiacciare  due tasti contemporaneameeente. appena mi arrivano le protesi vi racconto il resto...

Io, le Donne e la Scrittura (abbondano a fine estate le Maiuscole)


Chiamatela deformazione onirico-professionale o chiamatela onanismo neuronico: il risultato non cambia. Ormai lo sapete che sono un macchiafogli per destino e volontà, sogno il mio nome a caratteri cubitali nelle vetrine delle Feltrinelli d'Italia e mi vedo al fianco di Inge Feltrinelli nelle sue foto in bianco e nero, lì, accanto a Hemingway, accanto a Fernanda Pivano e a tutti gli altri. Questo perché dicono che i sogni non costano nulla. E, credetemi, quando cammini lungo i binari sbirciando in lontananza il treno che ancora non arriva, i sogni aiutano. Soprattutto se la banconota che mi accompagna nelle mie passeggiate non supera mai lo stato larvale dei 10 euro. Forse una volta l'ho vista una banconota da 500 euro, in qualche documentario. E mi sa che resterà per lungo tempo solo un ricordo sbiadito. Allora fuggo negli spazi bianchi della giornanta cavalcando un cammello con l'orchite.
Ho un vizio incrostato nell'ultimo strato dell'epidermide, non so proprio perché, ma ogni volta che vedo una Donna e uno dei miei neuroni pensa che proprio lei potrebbe essere la mia futura ex-ragazza, io parto in quarta scriorinando in un fiume di frasi la mia vita, le mie ultime letture, le mie passioni e soprattutto il mio Sogno. E questo sarebbe niente.
Se la natura non mi ha regalato la faccia di Brad Pitt sul collo mi devo aiutare stimolando un seppur vago interesse per quello che mi porto DENTRO il cranio (questa filosofia la applico solo a senso unico: una cozza resta cozza anche se scrive e pensa meglio di me. Odiatemi pure.). Solo che a questo si aggiunge il masochistico raptus che si attiva: devo trascinare la Donna Che Potrebbe Essere La Mia Futura Ex nel mio Sogno. Anche lei deve scrivere, deve inzuppare le sue aspirazioni nella mia tazza dei sogni.
E ciò mi conduce spesso in situazioni ai limiti della sopportabilità che poi riutilizzo per riempire anche questi spazi bianchi.
Quindi perché lamentarmi se sono situazioni che creo io? Perché mi sorprendo ancora se una delle tante (dipende dai punti di vista) Ex mi lascia messaggi come questo: "nonostante l'arroganza e l'antipatia continuino a sovrastarti, ancora la tua opinione su quello che scrivo m'interessa, Lisa
p.s. "...stavolta non ci sarebbero state scuse da inventare per un maglione, un cuscino, un pavimento macchiati. Non avrebbe più potuto pulirli..." questo si chiama plagio: potresti, già che ci sei farmi rileggere quello che hai di mio? io ho distrutto tutto ormai."
Traduzione Dicotomica: mi stai sempre più sul cazzo (che non ho) ma mi piace come commenti la mia produzione in versi. Quindi come persona ti detesto ma come critico ti ammiro. A proposito, quando scrivi non plagiare le poesie che IO HO SCRITTO PER TE MA NON PER QUESTO SONO TUE. Pure che le ho distrutte sono ancora mie. Anzi, se le trovi ridammele. Buona giornata"
La traduzione serve a illuminare il distruttivo risultato delle mie azioni, lo ammetto: me la sono cercata.


E si ripete ogni volta, è il mio sasso di Sisifo.
Altro dove, altro quando:"Sono di nuovo io! Mi sono collegata al tuo sito e ho letto un pò di novelle. Non ti faccio complimenti, sai che non sono il mio forte, e poi tu lo sai già...Hai detto bene, sapevo scrivere, ma da tre anni mi sono abbrutita sui libri e ai fornelli:ora la mia specialità sono le torte, i romanzi li lascio scrivere al mio ragazzo.Ebbene sì, sapessi come sono cambiata....Sto ormai da due anni con un ragazzo...E chi lo avrebbe detto?Prendere quel treno è stata la cosa più furba di tutte. Neanche mia madre mi riconosce più: ho recuperato un rapporto che era ormai troppo logoro con i miei. Hanno iniziato ad apprezzarmi e io ho fatto altrettanto...e sto facendo una corsa contro il tempo per laurearmi presto e tornare giù...O almeno da Roma in giù...ma con la mia famiglia. Perché forse te ti ricordi solo una stronzetta arrivista, e nn ti do torto, ma ora so solo che voglio stò dannato pezzo di carta e tornare dalla mia famiglia e, farmi una mia famiglia. Un prof un giorno a colloquio mi ha proposto un dottorato sotto la sua ala protettiva subito dopo la laurea e io rifiuterò.Vorrebbero dire altri tre anni in questa città di merda....Come vedi non solo tu hai la media del 30....Per il resto, avrei fatto meglio a far giurisprudenza, dato che mi piace da morire il diritto,ma nella vita tutto è possibile...Se riuscissi ad entrare nell'Interpool...Scrivimi presto! Mò vado a studiare.Bacibaci!


traduzione dicotomica: Pensavi che mi sarei tolta dalle palle dopo che ti ho ridotto a una larva? No, ti ho dato il tempo di riprenderti ed eccomi qui per rosolarti le chiappe un altro pò sotto il peso dei ricordi. Ho spulciato le cose che scrivi per vedere se c'erano gli estremi per intentare una causa per diffamazione contro di te. E che vuoi che me ne freghi di te: ho trovato un nuovo ragazzo che scrive meglio di te, mio dicotomico ex. La mia vita da quando ti ho lasciato va a meraviglia, anch'io ho il libretto zeppo di 30, che credi di essere solo tu il migliore del tuo corso di laurea? Nella vita tutto è possibile: mi sono messa perfino con te! Mi piacerebbe entrare nell'Interpol e cercare qualsiasi cosa contro di te per distruggerti definitivamente. Scrivimi altre cazzate così vedo quanto sei diventato patetico nell'infarcire l'e-mail di "simpatici" riferimenti al passato. Lasciatelo alle spalle e vivi. vado a fare qualcosa di MEGLIO. Bacibaci (quelli che non ti darò mai più nemmeno per cartolina).


La prossima volta giuro che mi amputo entrambe le mani.



stttto scrivennndo conn una pennaaa in bocca, le mani le ho lasciate sul tavolino del pub. neee eho conosciuta un'altraaa. Volevaa farew la scrrittrice. non ci sono riuscito a trattenermi... come si fa a continuare così, qua ci va un punto interrogativo ma con la penna non ci riesco a schiacciare  due tasti contemporaneameeente. appena mi arrivano le protesi vi racconto il resto...

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