venerdì 31 dicembre 2004

manovre di speranza

cercavo parole e ho capito che il mio papuzzo aveva già detto tutto, faccio mie le sue densissime parole:


«Augurando un buon nuovo anno, in fondo, noi esprimiamo il contenuto di nostri sogni. "I sogni sono gratis." - mi dice un'amica in un'altra lista.
Soprattutto sono un diritto inalienabile, forse sono anche il carburante del mondo. Se a volte non si può pensare positivo, tra le maglie del nostro articolato e motivato pessimismo, si può sempre insinuare, timida o prorompente, una scheggia di sogno . Quelli, i sogni, sono indomabili, inaddomesticabili, sono nudi del loro candore ed a volte, proprio col loro candore, ti suggeriscono a mezze labbra parole di speranza. Il segreto forse sta nel non subirli i sogni, ma assecondarli. Fai presto a dire - mi dico e mi direte - quando questo capodanno coincide con la più grande contraddizione che gli eventi potevano confezionarci. I telegiornali ci dicono che in tutto il mondo questo sarà un capodanno diverso, in cui la festa di consuetudine, la consuetudinaria aspettativa del meglio, sarà macchiata dalle immagini e dal pensiero della catastrofe. E poi, con pensiero a cascata, dalla precarietà della altrui e nostra vita, da un senso di apocalisse imminente. Non lo so se sarà così. Non so se sarà un capodanno a mezz'asta. Non so se godere comunque d'una festa consuetudinaria di speranza sia egocentrismo e contraddica realmente la lapalissiana sofferenza d'un cosmo a macchia di leopardo, dove c'è chi piange i morti e chi brinda. Forse azzittire la festa è un atto di rispetto. O forse è una operazione inconsciamente ipocrita. Aspettando l'anno nuovo, ognuno a modo suo mette in campo il suo personale esercito di sogni e gli fa fare manovre di speranza.» 
 
Costantino Simonelli.

manovre di speranza

cercavo parole e ho capito che il mio papuzzo aveva già detto tutto, faccio mie le sue densissime parole:


«Augurando un buon nuovo anno, in fondo, noi esprimiamo il contenuto di nostri sogni. "I sogni sono gratis." - mi dice un'amica in un'altra lista.
Soprattutto sono un diritto inalienabile, forse sono anche il carburante del mondo. Se a volte non si può pensare positivo, tra le maglie del nostro articolato e motivato pessimismo, si può sempre insinuare, timida o prorompente, una scheggia di sogno . Quelli, i sogni, sono indomabili, inaddomesticabili, sono nudi del loro candore ed a volte, proprio col loro candore, ti suggeriscono a mezze labbra parole di speranza. Il segreto forse sta nel non subirli i sogni, ma assecondarli. Fai presto a dire - mi dico e mi direte - quando questo capodanno coincide con la più grande contraddizione che gli eventi potevano confezionarci. I telegiornali ci dicono che in tutto il mondo questo sarà un capodanno diverso, in cui la festa di consuetudine, la consuetudinaria aspettativa del meglio, sarà macchiata dalle immagini e dal pensiero della catastrofe. E poi, con pensiero a cascata, dalla precarietà della altrui e nostra vita, da un senso di apocalisse imminente. Non lo so se sarà così. Non so se sarà un capodanno a mezz'asta. Non so se godere comunque d'una festa consuetudinaria di speranza sia egocentrismo e contraddica realmente la lapalissiana sofferenza d'un cosmo a macchia di leopardo, dove c'è chi piange i morti e chi brinda. Forse azzittire la festa è un atto di rispetto. O forse è una operazione inconsciamente ipocrita. Aspettando l'anno nuovo, ognuno a modo suo mette in campo il suo personale esercito di sogni e gli fa fare manovre di speranza.» 
 
Costantino Simonelli.

domenica 19 dicembre 2004

piccolissime soddisfazioni

vibrisse, bollettino: Vibrisse: si ricomincia
... esplorare le possibilità. (In queste esplorazioni mi hanno aiutato alcune persone:
ringrazio in particolare Tonino Pintacuda). Alla fin ...
www.vibrissebollettino.net/ archives/2004/12/vibrisse_si_ric.html


  

piccolissime soddisfazioni

vibrisse, bollettino: Vibrisse: si ricomincia
... esplorare le possibilità. (In queste esplorazioni mi hanno aiutato alcune persone:
ringrazio in particolare Tonino Pintacuda). Alla fin ...
www.vibrissebollettino.net/ archives/2004/12/vibrisse_si_ric.html


  

domenica 5 dicembre 2004

Un lepronte per amico


Dal mega-archivione: 2004




Per combattere il caro vita ci si deve sempre inventare qualcosa di nuovo ed ecco che, pure che il mercoledì è un giorno di quelli belli pieni (vita universitaria giunta al turning point della specializzazione e un corso di CURA REDAZIONALE DEI TESTI dalle 14.30 alle 18,30), il sottoscritto trova la forza per onorare la tessera d'abbonamento al Super Cinema.

Dopo l'ennesimo film a 6.50 euro ho guardato il mio portafoglio e lui ha guardato me, alla fine lui, stanco di essere vuoto, ha preferito rimpinzarsi di pizzini e tessere inutili. Io ho continuato per la mia strada e ho preso il suddetto abbonamento. 25 euro per 10 film in prima visione. Nell'ordine ho già visto The Village, Resident Evil - Apocalypse, Sky Captain and the world of tomorrow, Se mi lasci ti cancello e Gli incredibili.

Chiarimento necessario: la tessera è stata generosamente donata a me e ai miei due cugini da mia zia, ergo, ogni volta alle 22.30 di ogni dannato mercoledì, noi tre impavidi andiamo al Supercinema, praticamente un deserto dove il vento spinge bicchieri di coca cola e pacchi di patatine sul pavimento. Ci andiamo zavorrati clandestinamente con fiumi di bibitozze prese all'hard discount e pezzazzi di pizza che riusciamo ad arrotolare tra la giacche a vento e il maglione. Ormai sembriamo dei piccoli kamikaze col colesterolo, entriamo con l'aria più innocente del mondo rispondendo con gentili "no, grazie" all'uomo pop-corn che ci sventaglia davanti megabicchierazzi di mais scoppiato da 5 euro. Noi stoicamente resistiamo e prima che la pizza ci deodori per sempre i primi tre strati dell'epidermide siamo già disposti nella fila centrale. Attorno a noi il vuoto. Piero, il cugino-patriarca risponde agli squilli e rilegge messaggi, io cerco di spegnere il cellulare che improvvisamente si mette a suonare la cucaracha, Francesco lancia rutti che forse usa come radar per muoversi nel buio della sala. Fatta tutta 'sta trafila inizia a girare la pellicola.

Il lepronte


Per combattere il caro vita ci si deve sempre inventare qualcosa di nuovo ed ecco che, pure che il mercoledì è un giorno di quelli belli pieni (vita universitaria giunta al turning point della specializzazione e un corso di CURA REDAZIONALE DEI TESTI dalle 14.30 alle 18,30), il sottoscritto trova la forza per onorare la tessera d'abbonamento al CInema.


Dopo l'ennesimo film a 6.50 euro ho guardato il mio portafoglio e lui ha guardato me, alla fine lui, stanco di essere vuoto, ha preferito rimpinzarsi di pizzini e tessere inutili. Io ho continuato per la mia strada e ho preso il suddetto abbonamento. 25 euro per 10 film in prima visione. Nell'ordine ho già visto The Village, Resident Evil - Apocalypse, Sky Captain and the world of tomorrow, Se mi lasci ti cancello e Gli incredibili.


Chiarimento necessario: la tessera è stata generosamente donata a me e ai miei due cugini da mia zia, ergo, ogni volta alle 22.30 di ogni dannato mercoledì, noi tre impavidi andiamo al Supercinema, praticamente un deserto dove il vento spinge bicchieri di coca cola e pacchi di patatine sul pavimento. Ci andiamo zavorrati clandestinamente con fiumi di bibitozze prese all'hard discount e pezzazzi di pizza che riusciamo ad arrotolare tra la giacche a vento e il maglione. Ormai sembriamo dei piccoli kamikaze col colesterolo, entriamo con l'aria più innocente del mondo rispondendo con gentili "no, grazie" all'uomo pop-corn che ci sventaglia davanti megabicchierazzi di mais scoppiato da 5 euro. Noi stoicamente resistiamo e prima che la pizza ci deodori per sempre i primi tre strati dell'epidermide siamo già disposti nella fila centrale. Attorno a noi il vuoto. Piero, il cugino-patriarca risponde agli squilli e rilegge messaggi, io cerco di spegnere il cellulare che improvvisamente si mette a suonare la cucaracha, Francesco lancia rutti che forse usa come radar per muoversi nel buio della sala. Fatta tutta 'sta trafila inizia a girare la pellicola.


Ad esempio, di "The village" io mi sono messo a celebrare la poca valenza di una reiterata ripetizione dello straniamento che ormai costituisce la cifra dello stile dell'autore del pluripremiato SESTO SENSO, Francesco ha ruttato il suo disappunto, Piero ha detto semplicemente: minchia ru paccu.


Piero potrebbe sostituire egregiamente Mereghetti e i suoi assurdi giudiziucoli sui film che, sul CORRIERE MAGAZINE, condisce con frasette così irritanti da andare in via Solferino e incartare lui e il gregge dei suoi "Riuscito a metà, Meglio un sonnellino, una pietra miliare, peccato perderlo, insignificante" nelle cianografiche del tomazzo cinematografico che ogni anno ci regala. Mio cugino ha una scala di giudizi che oscilla tra tre diverse aree: "Minchia ru paccu" (trad. per i non siculofoni: "Il film partiva bene ma il regista non è riuscito a portare a termine coerentemente i fili che andava intrecciando, sceneggiatura carente, cast discreto. Crolla miseramente nel finale e non bastano mica le tette della tipa a risollevare le sorti della pellicola.") - "Graziusu" (trad. "sceneggiatura decisamente originale e eccellente cast, si notava però la mancanza delle degne tette di una tipa per portare il film nell'olimpo dei capolavori") - "Ce lo rivediamo?" (trad. "un capolavoro, tutti gli elementi incastrati bene nella sceneggiatura, il tempo darà alla pellicola la patina del classico. Consiglierei una immediata e ulteriore visione per coglierne appieno gli snodi principali"). Francesco invece ha solo due rutti: rutto tremens vs. rutto melodico. Io sto lì e mi gongolo, ghezzianamente fuori sincrono, nel rimpianto di Bergman, Godard e Kiarostami.


Gli INCREDIBILI ha ottenuto un giudizio unanime: stupendo. Ce lo siamo già visti tre volte e Francesco ha fatto un rutto da manuale prolungandone l'eco ben oltre i titoli di coda. Per non finire anche noi in mezzo alle torme di sconsajocu spargi-spoiler mi concentrerò solo su due personaggi marginali del bel film della Pixar prodotto dalla Disney. Le due figure sono il Lepronte e il bimbetto col triciclo.


Il lepronte è il deus ex machina del corto che precede GLI INCREDIBILI: "L'agnello rimbalzello". Sto agnello ballava contento in una pianura diffondendo gioia a tutti gli animaletti, insomma l'incubo da post-indigestione mischiato con le visioni da LSD di Sgt. Peper's Lonely Heart Club Band. Ballava felice l'agnello con la sua lana soffice e vaporosa sino a quando non arrivarono i tosatori e lo lasciarono nudo e rosa in balia degli sfottò di tutti gli animali.


Poi arriva il Lepronte, un coniglione di due metri con gli occhi azzurri, le corna di cervo e un'inquietante parrucchino all'Emilio Fede. Il lepronte consola l'agnellino e gli insegna il segreto della felicità dei rimbalzi. Tutte e due si mettono a rimbalzare e, rimbalzando rimbalzando, l'agnello ritorna felice e accetta il rito della tosatura. La felicità, quella vera, è sotto la lana delle apparenze ed è bello aver per amico un Lepronte che, di sicuro, sarà un cugino lontano del conigliaccio di Donnie Darko.


Poi inizia il film: 15 anni prima, MR INCREDIBILE e ELASTIC-GIRL, all'apice del successo, si sono sposati. Lo stesso anno è iniziata la campagna contro i SUPER per i danni causati alla collettività dalle loro eroiche azioni. I Super devono andare in pensione, ci penserà lo stato a garantire loro l'immunità per i reati precedenti. E così ritroviamo BOB-MR incredibile con un panzone da bevitore di birra a fare l'assicuratore. Anche lì deve aiutare il prossimo e l'odioso capoufficio lo manda su tutte le furie. Ritorna a casa e prima che inizi una girandola d'avventure che lo porterà ad indossare nuovamente la tuta, ecco che furioso si appoggia alla macchina. La superforza rovina la carrozzeria e manda lo sportello è in frantumi. Bob rabbioso alza tutta l'utilitaria proprio mentre passa il mitico bimbetto col triciclo. Eccolo lì, a rappresentare il punto di vista di tutti noi disneyani della prima ora, l'incarnazione del senso stesso della Meraviglia. Sta lì, gli scoppia in faccia la big-bubble e dice che aspetta qualcosa di spettacolare.


L'aspettavamo anche noi, tutti e tre, tra rutti, bibitazze e pezzi di pizza.


Siamo stati decisamente accontentati.



mercoledì 1 dicembre 2004

sparato e completo

Ho finito la tesi. Mi sento (per citare l'amato Pavese) un fucile sparato. Sparato e completo.

sparato e completo

Ho finito la tesi. Mi sento (per citare l'amato Pavese) un fucile sparato. Sparato e completo.

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