Ho smesso di scrivere e fumare.
Il silenzio ha fermato il blog al 9 aprile. E tutto ruota attorno al punto interrogativo su cui s'avvolge il mio futuro fatto d'edera.
Gli anni sono 23. Ho fame di qualcosa che scacci via l'apatia che s'accumula sui libri fotocopiati.
domenica 24 aprile 2005
futuro fatto d'edera
Ho smesso di scrivere e fumare.
Il silenzio ha fermato il blog al 9 aprile. E tutto ruota attorno al punto interrogativo su cui s'avvolge il mio futuro fatto d'edera.
Gli anni sono 23. Ho fame di qualcosa che scacci via l'apatia che s'accumula sui libri fotocopiati.
Il silenzio ha fermato il blog al 9 aprile. E tutto ruota attorno al punto interrogativo su cui s'avvolge il mio futuro fatto d'edera.
Gli anni sono 23. Ho fame di qualcosa che scacci via l'apatia che s'accumula sui libri fotocopiati.
sabato 9 aprile 2005
dubbi epocali
Ci sono in giro troppe parole (sul papa, su Berlusconi a Ballarò, sulla sfiga del Principato di Monaco, su Carlo e Camilla, sui papabili e sui papponi...), e se masticassimo tutti un po' di silenzio?
dubbi epocali
Ci sono in giro troppe parole (sul papa, su Berlusconi a Ballarò, sulla sfiga del Principato di Monaco, su Carlo e Camilla, sui papabili e sui papponi...), e se masticassimo tutti un po' di silenzio?
giovedì 7 aprile 2005
giocando a scarabeo col destino
Prima non capivo perché la mia domanda non ottenesse risposta, oggi non capisco come potessi credere di poter domandare. Ma io non credevo affatto, domandavo soltanto.
F. Kafka, Aforismi di Zürau, Milano, Adelphi, 2004
Pure i gesuiti si interrogano sul senso del blog
F. Kafka, Aforismi di Zürau, Milano, Adelphi, 2004
Pure i gesuiti si interrogano sul senso del blog
giocando a scarabeo col destino
Prima non capivo perché la mia domanda non ottenesse risposta, oggi non capisco come potessi credere di poter domandare. Ma io non credevo affatto, domandavo soltanto.
F. Kafka, Aforismi di Zürau, Milano, Adelphi, 2004
Pure i gesuiti si interrogano sul senso del blog
F. Kafka, Aforismi di Zürau, Milano, Adelphi, 2004
Pure i gesuiti si interrogano sul senso del blog
mercoledì 6 aprile 2005
spariamo sulla croce rossa
Distrazioni
di Jena (dalla Stampa di oggi)
È colpa di Berlusconi
ha detto la sinistra,
è colpa di Berlusconi
ha detto la destra,
è colpa di Berlusconi
ha detto Berlusconi
che si era distratto
un momento.
di Jena (dalla Stampa di oggi)
È colpa di Berlusconi
ha detto la sinistra,
è colpa di Berlusconi
ha detto la destra,
è colpa di Berlusconi
ha detto Berlusconi
che si era distratto
un momento.
spariamo sulla croce rossa
Distrazioni
di Jena (dalla Stampa di oggi)
È colpa di Berlusconi
ha detto la sinistra,
è colpa di Berlusconi
ha detto la destra,
è colpa di Berlusconi
ha detto Berlusconi
che si era distratto
un momento.
di Jena (dalla Stampa di oggi)
È colpa di Berlusconi
ha detto la sinistra,
è colpa di Berlusconi
ha detto la destra,
è colpa di Berlusconi
ha detto Berlusconi
che si era distratto
un momento.
domenica 3 aprile 2005
il pesce d'aprile del papa
L'amore non ci rende affatto ciechi, come dice lo stupido proverbio, ma, al contrario, esso ci fa veggenti. Io aprii gli occhi d'improvviso, grazie ad un amore per una ragazza [...]. Chiunque o qualsiasi cosa si possa amare, si diventa veggenti e non già ciechi. Fino a quell'attimo non avevo mai amato, probabilmente per questo ero diventato un criminale, una spia, un traditore, un delinquente [...]. Fu allora che cominciai ad espiare, era l'inizio dell'espiazione.
Joseph Roth, Tarabas
La colpa di tutti i dolori è del presente. Lui non vede l'ora che giunga il futuro perchè allora nel mondo ci sarà più passato. Il passato è buono, non fa male a nessuno, lui vi si è mosso liberamente per vent'anni ed è stato felice. Chi si sente felice nel presente? Certo, se non avessimo i cinque sensi, anche il presente sarebbe sopportabile. Allora si vivrebbe nel ricordo, e cioè pur sempre nel passato.
Elias Canetti, Auto da fé, Adelphi, Milano 1967, p. 166.
Trascorrevo metà della mia vita da sveglio chiuso a chiave nel bagno, spremendomi il pisello nella tazza del gabinetto o nei panni sporchi del portabiancheria.
Philip Roth, Lamento di Portnoy
Sino all'ultimo ci ho sperato.
Quello era il pesce d'aprile del papa. Stanco di farsi spertugiare per respirare, pisciare o mangiare s'era deciso di starsene nel suo letto bianco e d'oro a guardare i porporati contorcersi nell'attesa e nel balletto delle dichiarazioni ufficiali. Ci stantuffavano nelle orecchie panzane degne del miglior pallonaro da bar sport, il vecchio Papa stava lì e io m'immaginavo che non fosse sua manco quella mano che benediceva dalla finestra del Gemelli. Volevano aprirlo per l'ennesima volta e ora i polacchi chiedono che almeno il cuore di quel povero vecchio ritorni a casa.
Preferisco il silenzio e certi giornalisti non sono tanto diversi da chi passa l'adolescenza a spremersi il pisello sulla tazza del gabinetto. Ci vorrebbe solo un salubre silenzio ma è chiedere troppo, devono stiparci in testa tutta la vita del santo padre, in una guerra continua alla memoria. E se é vero, come scrive il Foglio di ieri, che Bruno Vespa aveva nel contratto l'esclusiva sulla morte del papa, mi fa ancora un pò più schifo pagare il canone.
Joseph Roth, Tarabas
La colpa di tutti i dolori è del presente. Lui non vede l'ora che giunga il futuro perchè allora nel mondo ci sarà più passato. Il passato è buono, non fa male a nessuno, lui vi si è mosso liberamente per vent'anni ed è stato felice. Chi si sente felice nel presente? Certo, se non avessimo i cinque sensi, anche il presente sarebbe sopportabile. Allora si vivrebbe nel ricordo, e cioè pur sempre nel passato.
Elias Canetti, Auto da fé, Adelphi, Milano 1967, p. 166.
Trascorrevo metà della mia vita da sveglio chiuso a chiave nel bagno, spremendomi il pisello nella tazza del gabinetto o nei panni sporchi del portabiancheria.
Philip Roth, Lamento di Portnoy
Sino all'ultimo ci ho sperato.
Quello era il pesce d'aprile del papa. Stanco di farsi spertugiare per respirare, pisciare o mangiare s'era deciso di starsene nel suo letto bianco e d'oro a guardare i porporati contorcersi nell'attesa e nel balletto delle dichiarazioni ufficiali. Ci stantuffavano nelle orecchie panzane degne del miglior pallonaro da bar sport, il vecchio Papa stava lì e io m'immaginavo che non fosse sua manco quella mano che benediceva dalla finestra del Gemelli. Volevano aprirlo per l'ennesima volta e ora i polacchi chiedono che almeno il cuore di quel povero vecchio ritorni a casa.
Preferisco il silenzio e certi giornalisti non sono tanto diversi da chi passa l'adolescenza a spremersi il pisello sulla tazza del gabinetto. Ci vorrebbe solo un salubre silenzio ma è chiedere troppo, devono stiparci in testa tutta la vita del santo padre, in una guerra continua alla memoria. E se é vero, come scrive il Foglio di ieri, che Bruno Vespa aveva nel contratto l'esclusiva sulla morte del papa, mi fa ancora un pò più schifo pagare il canone.
il pesce d'aprile del papa
L'amore non ci rende affatto ciechi, come dice lo stupido proverbio, ma, al contrario, esso ci fa veggenti. Io aprii gli occhi d'improvviso, grazie ad un amore per una ragazza [...]. Chiunque o qualsiasi cosa si possa amare, si diventa veggenti e non già ciechi. Fino a quell'attimo non avevo mai amato, probabilmente per questo ero diventato un criminale, una spia, un traditore, un delinquente [...]. Fu allora che cominciai ad espiare, era l'inizio dell'espiazione.
Joseph Roth, Tarabas
La colpa di tutti i dolori è del presente. Lui non vede l'ora che giunga il futuro perchè allora nel mondo ci sarà più passato. Il passato è buono, non fa male a nessuno, lui vi si è mosso liberamente per vent'anni ed è stato felice. Chi si sente felice nel presente? Certo, se non avessimo i cinque sensi, anche il presente sarebbe sopportabile. Allora si vivrebbe nel ricordo, e cioè pur sempre nel passato.
Elias Canetti, Auto da fé, Adelphi, Milano 1967, p. 166.
Trascorrevo metà della mia vita da sveglio chiuso a chiave nel bagno, spremendomi il pisello nella tazza del gabinetto o nei panni sporchi del portabiancheria.
Philip Roth, Lamento di Portnoy
Sino all'ultimo ci ho sperato.
Quello era il pesce d'aprile del papa. Stanco di farsi spertugiare per respirare, pisciare o mangiare s'era deciso di starsene nel suo letto bianco e d'oro a guardare i porporati contorcersi nell'attesa e nel balletto delle dichiarazioni ufficiali. Ci stantuffavano nelle orecchie panzane degne del miglior pallonaro da bar sport, il vecchio Papa stava lì e io m'immaginavo che non fosse sua manco quella mano che benediceva dalla finestra del Gemelli. Volevano aprirlo per l'ennesima volta e ora i polacchi chiedono che almeno il cuore di quel povero vecchio ritorni a casa.
Preferisco il silenzio e certi giornalisti non sono tanto diversi da chi passa l'adolescenza a spremersi il pisello sulla tazza del gabinetto. Ci vorrebbe solo un salubre silenzio ma è chiedere troppo, devono stiparci in testa tutta la vita del santo padre, in una guerra continua alla memoria. E se é vero, come scrive il Foglio di ieri, che Bruno Vespa aveva nel contratto l'esclusiva sulla morte del papa, mi fa ancora un pò più schifo pagare il canone.
Joseph Roth, Tarabas
La colpa di tutti i dolori è del presente. Lui non vede l'ora che giunga il futuro perchè allora nel mondo ci sarà più passato. Il passato è buono, non fa male a nessuno, lui vi si è mosso liberamente per vent'anni ed è stato felice. Chi si sente felice nel presente? Certo, se non avessimo i cinque sensi, anche il presente sarebbe sopportabile. Allora si vivrebbe nel ricordo, e cioè pur sempre nel passato.
Elias Canetti, Auto da fé, Adelphi, Milano 1967, p. 166.
Trascorrevo metà della mia vita da sveglio chiuso a chiave nel bagno, spremendomi il pisello nella tazza del gabinetto o nei panni sporchi del portabiancheria.
Philip Roth, Lamento di Portnoy
Sino all'ultimo ci ho sperato.
Quello era il pesce d'aprile del papa. Stanco di farsi spertugiare per respirare, pisciare o mangiare s'era deciso di starsene nel suo letto bianco e d'oro a guardare i porporati contorcersi nell'attesa e nel balletto delle dichiarazioni ufficiali. Ci stantuffavano nelle orecchie panzane degne del miglior pallonaro da bar sport, il vecchio Papa stava lì e io m'immaginavo che non fosse sua manco quella mano che benediceva dalla finestra del Gemelli. Volevano aprirlo per l'ennesima volta e ora i polacchi chiedono che almeno il cuore di quel povero vecchio ritorni a casa.
Preferisco il silenzio e certi giornalisti non sono tanto diversi da chi passa l'adolescenza a spremersi il pisello sulla tazza del gabinetto. Ci vorrebbe solo un salubre silenzio ma è chiedere troppo, devono stiparci in testa tutta la vita del santo padre, in una guerra continua alla memoria. E se é vero, come scrive il Foglio di ieri, che Bruno Vespa aveva nel contratto l'esclusiva sulla morte del papa, mi fa ancora un pò più schifo pagare il canone.
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