lunedì 24 dicembre 2007

Si sta come a Natale

ventuno storie di Natale scritte da vibrisselibraie e vibrisselibrai


copertina di al3simQuella del Racconto di Natale è una tradizione pericolosa. Ci si sono cimentati, e magari divertiti, molti Grandi Scrittori: da Christian Andersen, Charles Dickens e Lev Tolstoj fino a – tanto per stare a casa nostra – Luigi Pirandello, Grazia Deledda, Dino Buzzati, Italo Calvino. Senza contare le Poesie di Natale: ci hanno provato, tanto per dire, Guido Gozzano (la famigerata «Il campanile scocca / lentamente le sei», e le sette, le otto, le nove, eccetera), Salvatore Quasimodo, Giuseppe Ungaretti.



Peraltro, è difficile immunizzarsi dal Natale. Perfino chi cerca di ignorarlo snobisticamente (ad esempio incontrandoti per la strada e dicendoti gaio: «Buon solstizio!») o chi, per le sue ragioni che non discutiamo, arriva addirittura a detestarlo, finisce con il confermarne la centralità nel nostro sistema cronologico, familiare, economico, affettivo, gastronomico, religioso («È la dialettica, baby»).



Non sarà un caso se i Pronto Soccorso degli ospedali e i centralini di Telefono Amico sono intasati, il giorno di Natale, dalle richieste di conforto di persone sole e depresse. Perché col Natale bisogna farci i conti: non si può semplicemente decidere di farne a meno.

continua a leggere e scarica l'antologia

sabato 15 dicembre 2007

ScusateMI

logo by g1ga

Per cause tecniche indipendenti dalla mia volontà al momento il sito http://www.bombasicilia.it/rubriche non è né aggiornabile né commentabile.

Ho approntato una versione d'emergenza.

Chiedo scusa personalmente a tutti i miei Lettori.

giovedì 29 novembre 2007

Non lasciamoci turbare dal futuro



porte di MARCO MARINCOLA


6 ...quanti, già celebratissimi, sono ormai consegnati all'oblio; e quanti, che li avevano celebrati, da tempo sono scomparsi.



7 Non vergognarti di ricevere aiuto: il compito che ti attende, infatti, è di fare il tuo dovere come un soldato che combatte sulle mura. E allora? E se tu, azzoppato, non fossi in grado di salire da solo sugli spalti, e ci riuscissi invece con l'aiuto di un altro?



8 Non lasciarti turbare dal futuro: ci arriverai, se dovrai arrivarci, con la stessa ragione che ora usi per il presente.



Marco Aurelio, Pensieri, libro VII

mercoledì 28 novembre 2007

Quando università fa rima con precarietà

Quando hai vinto il Dottorato di Ricerca in Storia economica hai fatto festa con i tuoi amici per tutta la notte. Hai bevuto, cantato, ballato e quando alle otto del mattino sei rientrato in casa non ti sei nemmeno sdraiato sul letto. Hai alzato il telefono, hai chiamato tuo padre e gli hai detto Dovresti essere fiero di me. Quando hai vinto il Dottorato di ricerca in Storia economica erano tre anni che provavi a vincerlo. Compilavi le domande, prendevi il treno, andavi a Bari, provavi il concorso e non lo passavi. Compilavi le domande, prendevi il treno, andavi a Firenze, provavi il concorso e non lo passavi. Compilavi le domande, prendevi l’aereo, andavi a Palermo, provavi il concorso e non lo passavi.




erba by marco marincola








Quando hai vinto il Dottorato di Ricerca erano tre anni che tuo padre pagava l’affitto del tuo alloggio a Torino. Tu giravi per la città e pensavi al giorno in cui avresti vinto il tuo Dottorato di Ricerca e avresti potuto restituirgli finalmente i suoi soldi col tuo stipendio di 830 € al mese. Per questo dopo una notte passata a ballare l’hai chiamato e gli hai detto Dovresti essere fiero di me. Per questo il giorno dopo tuo padre ti ha telefonato di nuovo per complimentarsi con te. Quando ti ha chiesto Ma di preciso, cos’è che adesso studierai?, e tu gli hai detto Le oscillazioni del prezzo dei cereali nella Toscana del Seicento, tuo padre ha detto Ah. Poi ha messo giù la cornetta.



Quando hai finito il Dottorato di Ricerca hai telefonato a tuo padre e gli hai chiesto un aiuto per pagare le bollette. Erano tre anni che ti sentivi una persona normale, che pagavi gli affitti, che mangiavi la pizza, che andavi al cinema il lunedì. Erano tre anni che tuo padre ti chiamava e ti diceva Ripensandoci, non è mica male questa cosa dei cereali del Seicento. Quando hai finito il Dottorato di Ricerca, tuo padre ha ricominciato a darti la paghetta mensile nonostante i tuoi trentadue anni compiuti. Tu ogni sera lo chiami e gli dici che appena vincerai il concorso da Ricercatore gli restituirai fino all’ultimo euro. Adesso hai un po’ di spese, però. Compilare domande, prendere il treno, andare lontano, provare il concorso è una cosa che costa.




Andrea Bajani

(da Torino Sette, supplemento de La Stampa, del 7 luglio 2005)

lunedì 26 novembre 2007

Siamo nati per la collaborazione


Al mattino comincia col dire a te stesso: incontrerò un indiscreto, un ingrato, un prepotente, un impostore, un invidioso, un individualista. Il loro comportamento deriva ogni volta dall'ignoranza di ciò che è bene e ciò che è male. Quanto a me, poiché riflettendo sulla natura del bene e del male ho concluso che si tratta rispettivamente di ciò che è bello o brutto in senso morale, e, riflettendo sulla natura di chi sbaglia, ho concluso che si tratta di un mio parente, non perché derivi dallo stesso sangue o dallo stesso seme, ma in quanto compartecipe dell'intelletto e di una particella divina, ebbene, io non posso ricevere danno da nessuno di essi, perché nessuno potrà coinvolgermi in turpitudini, e nemmeno posso adirarmi con un parente né odiarlo. Infatti siamo nati per la collaborazione, come i piedi, le mani, le palpebre, i denti superiori e inferiori. Pertanto agire l'uno contro l'altro è contro natura: e adirarsi e respingere sdegnosamente qualcuno è agire contro di lui




Marco Aurelio, Pensieri, Libro II, 1




foto di Marco Marincola - ALGHE





NEW! stiamo lavorando alla nuova costola di BombaSicilia: Titivillus


giovedì 4 ottobre 2007

tanto per ribadire

chiuso sino a data da destinarsi




venerdì 21 settembre 2007

non ce la faccio

Ho provato a rimpolpare questo blog come ai vecchi tempi ma non ci sono riuscito.

Non lo farò nemmeno diventare la discarica delle mie note di lettura, mi dedico a ben altro.

Ogni tanto aperiodicamente mi rifarò vivo, tanto per vedere che razza di uomo sono diventato.



Non cancello nulla.

Avete più di 800 post in cui navigare, buona lettura.

sabato 15 settembre 2007

Amore a 8 bit...

Ripensare all'epoca d'oro del NES equivale a scoperchiare un vasetto di Pandora, s'affacciano cose che credevo davvero d'aver dimenticato come quel gioco che mi prestò Ercole mentre una perniciosa febbricciattola mi teneva lontano dagli sgoccioli di lezioni del mese di maggio della seconda media. Quel cavaliere sghembo che doveva saltellare di ramo in ramo alla ricerca di chiavi e gemmone da trenta chili. Come si chiamava? Ah, certo, Wizard and Warriors!



E c'era pure uno di quei cartoni della fine degli anni 80 platealmente commissionati per smerciare altre cartuccione grigie piene di mondi bizzarri.

Un adolescente divorato dalla tv finisce nel mondo Nintendo dove ritroviamo Donkey Kong, Kid Icarus, Zelda, Mario... Che seguivo sperando di apprendere qualcosa per finire almeno Kid Icarus...

venerdì 14 settembre 2007

Amore a 8 bit: cartucce, spiate e altre meravigliose idiozie (1)

marioSul finire degli anni 80 era tutto un proliferare di cartuccione di plastica grigia, solo quella di Zelda splendeva nel suo involucro dorato. Costavano un occhio della testa, da ottanta a centomila lire. Dovevi aspettare tredicesime e eventi eccezionali per riceverne una. Ma aspettavi perché sapevi bene che i giochi della nintendo erano straordinari.



Ne avevo una decina: ovviamente la trilogia dell'idraulico baffuto, Solstice, Kid Icarus, Solar Jetman e soprattutto Zelda (ricevuta per il decimo compleanno), l'amatissima prima epica avventura di Link e della Triforza.

Per la cronaca, ho finito Zelda a ventidue anni mentre studiavo Filosofia teoretica.



Solstice per me non è umano, labirinti su labirinti isometrici con passaggi dimensionali... Con quelle fottute mezze palle da far cadere sulla testa di nemici da usare per recuperare gli stivali magici in una complessa mossa che necessitava di tutta la concentrazione di cui un bimbo di nove anni disponeva.



Compresi che il mondo andava in altre direzioni quando in fumetteria mi vendettero a soli settemila lire la cartucciona dei Flinstones...



nesOra grazie ad emulatori e rom di pubblico dominio ci sono tutti i giochi del Nes e del SuperNes sul web. E perfino quelli del Nintendo 64 col mitico Super Mario 64 (proprio quello a cui la sorella di Stella non mi fece mai giocare).



Naturalmente in questa estate di studio colmo di speranza - saremo pure giunti al calcagno ma sempre coriacei spargisperanza vogliamo essere - niente di meglio per distendere i nervi dei mitici giochi nes.



Tra parentesi, storia greca e storia romana si sono congedate con due sudatissime lodi, dopo aver memorizzato a sudor di sangue e di ascelle le minchiate compiute dai Diadochi e la lista degli Imperatori romani e degli usurpatori.



E così ho finalmente giocato alle "Avventure di Kirby", ho recuperato pure "A boy and his blob" che mi ci fece giocare Francesco Paolo alle medie, anche se appena un solo week end, perché prestare le cartuccione era sempre un atto di massima fiducia ma mica che si può strafare, sempre centomila lire costavano!





Non volevo smanettare a cercare trucchi e soluzioni, ero su you tube a ripassare lo spagnolo con le clip di halloween dei simpson e metto nella casella di ricerca proprio i nomi delle vecchie cartucce.



Scopro solo ora che va di moda la speedrun dei vecchi giochi e finalmente scopro come minchia finivano quei giochi che consideravo impossibili da finire. Emozionarsi a veder come finisce l'avventura di Pit in Kid Icarus o dove si trovano tutti i pezzi dello scettro di Soltisce, un viaggio della memoria, come la madeleine proustiana rivivere centinaia di domeniche mattine passate in pigiama dopo aver fatto compiti per tutta la settimana si giocava con il Nes, si soffiava sulla cartuccia e si accendeva con solennità il power.



Mai ceduto ad altre consolle, manco la playstation one.

Per me i videogiochi erano quei cartuccioni carissimi e desideratissimi. Traditi solo e saltuariamente per i punta & clicca sul pc come Amerzone, Grim Fandango, Dylan Dog Horror Luna Park.



Magari ti dimentichi la faccia della prima ragazzetta che ti fece battere il cuore ma difficilmente dimenticherai la prima volta che hai tenuto in mano il controller del Nes.


(continua?)

giovedì 9 agosto 2007

ah le gioie della vita

tanto per dire

D'estate i palinsesti televisivi fanno rimpiangere perfino i reality, proprio non se ne può più: sempre le solite quattro pellicole zuppe di cataclismi e sciami di insetti assassini.

Allora non resta che ripiegare nella amata lettura, croce e delizia di questa stagione. Perché leggere in spiaggia è avvilente, soprattutto se sei miope e astigmatico e devi decidere tra leggere o proteggerti con gli occhialoni di sole.

Abbiamo fatto incetta di titolacci poco costosi come l'edizione super economica di THE CELL del sempre più sbiadito Stephen King e Il Discepolo della Kostova. Due minchiate buone a passar un pomeriggio a non pensare a questa nostra generazione giunta al calcagno.

lunedì 21 maggio 2007

Aggiunte se un giorno ci sarà ancora la SSIS



























Storia greca Prof. ssa Anello

2 luglio, 8.30, 5° piano



 
Storia medievale Prof.ssa Buccellato 26 settembre, 8.30, Facoltà



 
Storia moderna Prof. Marrone 12 dicembre, 8.30, 3° piano

 
Storia romana Prof.ssa Marino  7 settembre, 9.00, 5° piano



giovedì 17 maggio 2007

Arrivederci Vibrisse!

Come anticipato, oggi vibrisse chiude...

vibrisse


Rilancio l'arrivederci di Giulio Mozzi, ricordando che per tutti gli estimatori di vibrisse c'è la vibrisselista: http://groups.google.com/group/vibrisselista




Grazie a tutti, e: a presto.


di giuliomozzi


Da questo momento vibrisse chiude. Credo che mi ci vorrà un paio di mesi per tirare il fiato, fare un po' di progetti, parlare con i collaboratori storici di vibrisse, incontrare altri possibili collaboratori, eccetera.

Tutto il resto di questa baracca continua a funzionare: la Bottega di lettura (presso la quale si sono trasferiti Bartolomeo Di Monaco, Emanuele Pettener e Nicola Manuppelli), vibrisselibri (che a giorni - credo - potrà annunciare grandi cose), il sito di Giuseppe Braga (neo-papà di Virginia), il sito di Marco Candida (il cui romanzo è finalmente pubblicato, come forse già avrete sentito dire), i siti di immagini Sotto i cieli d'Italia e Televisione (ai quali intendo anzi dedicarmi un po' di più) e il mio diario. Chi volesse fare due chiacchiere può usare la lista di discussione.

Nei prossimi giorni farò un po' di lavori, metterò a posto la colonna destra eccetera eccetera. C'è un articolo - una recensione - che volevo scrivere, che non ho fatto in tempo a scrivere per imprevedibili incasinamenti dell'esistenza, e che appena potrò inserirò qui sotto (cioè: pre-datato).


Grazie a tutti, e: a presto.


Schiavi moderni

... I dati Istat sull’occupazione, fan vedere come sia estremamente difficile uscire dalla situazione di “precariato stabile”: nel corso del 2004, il 10% dei lavoratori con contratto di collaborazione è stato “promosso” a lavoratore subordinato, e solo 5 su 100 hanno ottenuto un contratto a tempo indeterminato. Il sistema di rapporti di lavoro vigente favorisce dunque l’inserimento iniziale (o il reinserimento) sul mercato del lavoro, ma non la sua stabilizzazione.



A fronte di un incentivo di tipo contrattuale (minori vincoli al datore di lavoro) si assomma un incentivo di tipo contributivo. Date però le diverse forme di “incentivazione”, ciò porterà inevitabilmente ad una copertura pensionistica insufficiente.



Per fortuna, l’uomo è un animale che si adatta bene all’ambiente: così se, da giovane lavoratore precario deve chiedere il sostegno economico dei genitori, da vecchio pensionato ex-precario, lo chiederà ai propri figli.

Ammesso che ne abbia: avere un lavoro precario riduce di dieci volte la probabilità che una lavoratrice faccia un figlio...



lunedì 7 maggio 2007

Spinnando la salvezza di un corrimano

Testa di minchia era e testa di minchia sarebbe morto, intossicato di fallaci speranze, con la chimera del saper scrivere a tenergli alta l'autostima. Dicono che la fine è sempre un buon punto di partenza, e allora incominciamo da lì. Da quando arrivarono nella sua vita lo sconforto e il dubbio. Mai conosciuti prima, nelle cicliche depressioni ereditate dalla madre quelle due tetre compari non le aveva mai assaggiate.



E ora se le sentiva addosso, stravaccato dal divano al letto, certo d'essere buono a prendere decisioni sbagliate, un talento innato per le gigantesche cazzate che lo accomunavano a tutta la generazione tirata su a Simpson e precarietà.



Precario... Maledetto aggettivo, rende incerto tutto, ti toglie pure il sapore delle passate speranze: a che serve sperare quando sai che la pensione non la accucchierai mai e che puoi squietare tutti i santi ma per te ci saranno solo lavoretti a progetti e stage gratuiti. Tanto i Padroni hanno tanta di quella carne fresca con cui rimpiazzarti che non gliene frega niente a nessuno se hai letto Horcynus Orca, se hai decodificato le poesie inedite di Paul Celan o se hai letto tutti e settantaquattro i libri della bibbia, devi piegarti alle scelte che questo mondo ha fatto, con cuor di cicala goderti il fugace passaggio di una banconota da cinquanta euro, che volerà presto lasciandoti spinnare quell'ultimo fumetto, buono solo a masticare la facile morale dei fumetti della Marvel.



A poco servono gli occhi chiari della felicità quando credi di aver sciupato i tuoi sogni, insieme a quello shampoo che cerca di scrostarti la forfora e i rimpianti dalla testa. Spinnare, bella parola, sicilianissima, se fosse folle e sincero come Heidegger si comprerebbe un dizionario etimologico e si perderebbe nelle storie delle parole e invece stava lì a rimuginare le false attese, col cuore perso nel sua terribile quiete della non speranza. Spinnare: desiderare ardentemente come l'uccellino di primo volo quel coraggio di andar via dal nido con penne nuove in cieli da esplorare.



Quando nasci nel Sud o ti pieghi alle logiche irrazionali o ti aggrappi ostinato alla speranza, persa quest'ultima, l'unica cosa che poteva fare era vivacchiare nella sua stanza, masticando rabbia e rancore, freddo e grigio come un anno bisestile, come una metafora inutile, come un cane che sogna la carezza di un padrone che non c'è.




1 - continua

C'è vibrisselibri!





I libri mostruosi della casa editrice anfibia

lunedì 30 aprile 2007

La saggezza del landarolo

... il prossimo treno passerà presto...

e se non dovesse passare, te lo costruirai da solo (come Leonardo Da Vinci in Non ci resta  che piangere).

Un abbraccio,



Guido


Per fortuna in questa vita ci sono gli Amici...



:-)

domenica 29 aprile 2007

Sveglia, Meraviglia! BS Magazine Party 2 maggio Roma


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sabato 28 aprile 2007

Ritorno in Sicilia

Conclusasi l'esperienza in Sud America, ritorno in Sicilia.

BombaSicilia cresce e si rafforza indipendentemente da me che cerco il mio posto nel mondo.

E la speranza mi accompagna sempre...

venerdì 20 aprile 2007

A volte ritornano, BS Magazine Party e Comala

Dove sono?

Soprattutto quando sono?



Picciotte care e picciotti cari,

sono di nuovo in suolo italico.

Lasciatemi smaltire il fuso orario e le 17 ore di volo...

L'unica cosa che importa, per ora, è la concretizzazione del sogno: BombaSicilia Magazine Party...




lucertolone grenariano




Raggiunto questo nuovo punto d'inizio, posso finalmente lasciare che la piccola grande BS cammini sola per il mondo. Tenuta mano manuzza dalle due meritevolissime direttrici Maura Gancitano e Maria Renda.

Aiutate da Grenar e Federico Miozzi con l'apporto fondamentale della ventina di macchiafogli che costituiscono la rimarchevole redazione.



E io mi sento pronto per un'altra avventura. M'imbarco in un nuovo progetto: Comala

mercoledì 11 aprile 2007

La piazza globale

Casteldaccia (PA)Mi vado convincendo sempre più che il villaggio globale - o limitandoci solo alla nostra congeniale dimensione dell’italico web - non sia altro che una grande piazza di paese.



Non solo in quella che chiamo la lit-osfera (Nazione Indiana, Vibrisse, BombaCarta, Cabaret Bisanzio, La Poesia e lo Spirito, Vertigine, Lipperatura, Giugenna e, perché no, BombaSicilia...)

Una piazza di paese che segue il perimetro della rete adsl, ma piazza di paese nei modi e nelle dinamiche resta.


Come quella di Casteldaccia, in provincia di Palermo, dove i vecchi fanno avanti e indietro ininterrottamente.


Si dice che si fermino solo quando qualcuno muore durante la passeggiata o quando qualcuno scivola - scusate la crudezza - sull’altrui catarro.


Praticamente, direttamente o indirettamente, ci conosciamo davvero tutti.


P.S. il 19 sono di nuovo in Italia. Conto alla rovescia? No, grazie.

lunedì 2 aprile 2007

Hanno ammazzato Enea, Enea è vivo!

impepata di cozzeEnea Sperandeo è morto ieri notte, alle 23.59 del primo aprile.



Ne danno il triste annuncio la tartaruga e l'ex moglie Anna Fiorillo.

nutellaLe cause del decesso sono state individuate da Horatio di Csi Miami: acitune da impepata di cozze e nutella. Un cocktail micidiale che ha fiaccato il debole organismo del grande Enea.



Si maligna che il piatto kamikaze sia stato azzizato dallo stesso Enea dopo che Lucio "cazzeggi letterari" Angelini aveva rigettato con sdegno il volume del Nostro.



Ci riferiamo all'Antologia di Oreto River, suo testamento spirituale dedicato alla memoria del suo maestro  Alex Fringberger e alle sue mirabili pagine sulle protesi.



Le cozze e la nutella hanno ammazzato Enea, Enea è vivo!






enea



Riposa in pace, amico di tante battaglie...

Non ti dimenticheremo

domenica 1 aprile 2007

il Fondaco Pintacuda










Le donne siciliane (una guida del mitico Daniele Billitteri)

fimmina Il palermitano è comunemente pervaso da un'ansia definitoria che quasi lo costringe a suddividere tutto ciò che lo circonda dentro i sicuri confini di una classificazione. L'universo femminile non si sottrae a questa regola. Così viene incasellato in un repertorio che è contraddittorio come tutte le cose dei palermitani ma che dimostra come la condizione del maschio panormita sia vissuta con una certa dose di precarietà di ruolo, la stessa che probabilmente è all'origine dell'ansia, appunto definitoria. Insomma quando uno comanda veramente non c'è bisogno che affermi continuamente di comandare. Anche quando questo avviene attraverso il tentativo di sistemare il resto del mondo in uno stato di subalternità a se stessi. Applicare questo criterio alle donne produce la seguente lista. Che, è bene ricordarlo, è lista di definizioni e giudizi assolutamente maschili.



Masculazzu. Quale migliore complimento per un palermitano se non quello di attribuire ad una donna tutte le sue virili "qualità"? Una femmina "masculazzu" è volitiva, efficiente, coraggiosa e concreta. Ma lo è attraverso un modo di fare che, nei confronti del maschio è sostanzialmente privo di malizia e di femminilità. Una femmina "masculazzu" è più camerata come un commilitone che compagna come un'innamorata. Gradita negli ambienti di lavoro, graditissima quando si lavora in coppia: con una "masculazzu" non c'è bisogno di essere protettivi. Nei suoi confronti si nutre una decisa ammirazione ma la sua "indipendenza" la relega all'unica prospettiva di un rapporto di lavoro.



vulva Ammasculata. A differenza della "masculazzu", dire di una donna che è "ammasclulata" non è un complimento perché equivale a negarne il primo requisito, quello della femminilità. Una donna "ammasculata" viene innanzitutto sospettata di omosessualità o comunque di estraneità al pianeta delle relazioni uomo-donna. "Ammasculata" viene, per esempio, quasi sempre considerata la zitella. E "ammasculate" sono state per noi intere generazioni di professoresse di latino senza la fede al dito. Un luogo comune naturalmente. La femmina "ammasculata" è molto poco femmina e siamo convinti che lei voglia proiettare di se un'immagine che faccia prevalere il ruolo sul sesso. Insomma una donna severa, senza nessuna concessione alle frivolezze dell'abbigliamento o del trucco. Per noi maschi palermitani si tratta di una figura dalla quale aspettarsi il peggio ma, poiché siamo maschi sciovinisti come pochi al mondo, siamo portati ad attribuire questo comportamento non ad una scelta di vita ma al rancore che, secondo noi, una donna del genere, ha nei confronti del maschio del quale, per circostanze imperscrutabili, non è stata in grado di gustare le qualità. Tutto questo discorso complicato si sintetizza in una sola parola: "arraggiata".



Arraggiata. In italiano è intraducibile. Non è arrabbiata e neanche rabbiosa. La femmina "arraggiata" è una alla quale sono state negate (o che si è negate) le gioie del sesso. Lei magari avrebbe voluto ma è andata male. Di solito l'arraggiata non ha scelto di disertare il maschio e i suoi attributi ma vi è stata costretta dalle circostanze: un padre esageratamente severo, una vecchia madre da accudire e che non si decide a tirare le cuoia malgrado mille acciacchi. L'arraggiamento si traduce in un carattere impossibile: aggressivo, rancoroso, vendicativo, mai un sorriso, meno che mai una risata. La professoressa di latino di cui sopra, quando è "ammasculata", è quasi sempre anche "arraggiata".



Fimminuna. Poiché il palermitano ama esagerare, quando definisce una donna "fimminuna" non fa sconti. E' proprio "toca" sotto qualsiasi profilo. E' intelligente, fedele, efficiente, bella, ottima madre, ottima amante, ottima nuora (che è importantissimo), regina della casa e angelo del focolare. Con buona pace delle femministe per le quali tanta considerazione maschile è, non dico sospetta, ma addirittura letale dal momento che tutte le qualità attribuite sono tali proprio perché in relazione al ruolo che il maschio attribuisce alla donna. Senza capire che un "fimminuni" è tale anche perché spessissimo prende in mano le redini della famiglia cui impone la sua legge. Sia pure amministrata in modo accorto e fingendo sempre di essere sottomessa.



Fimmina di petto. E' un particolare tipo di "fimminuna" la cui caratteristica è quella di essere energica e particolarmente resistente alle avversità. Una femmina di petto (che con le minne non ha nulla a che vedere) è soprattutto una splendida madre di famiglia che si occupa del clan per ruolo e dovere ma aggiungendo di suo una particolare abilità nel far fronte alle avversità. Una femmina di petto è una madre-coraggio, una moglie coraggio, una figlia coraggio. Insomma una che non ha paura di nulla e, se del caso, è capace tranquillamente di passare alle vie di fatto.



Fimmina di conseguenza. E' una femmina di petto della quale si sottolinea la coerenza nello stile di vita. Insomma è una che quando dice una cosa difficilmente cambia idea. Della serie: quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare. E vincono.



Fimmina mafiosa. La mafia non c'entra niente. O quasi. Il termine infatti è stato usato da Luciano Liggio, la Primula rossa di Corleone, quando durante un vecchio processo gli venne chiesto se lui fosse mafioso. Lui rispose (naturalmente) che la mafia non esiste e che il termine serve solo a mettere insieme le qualità della bellezza, del coraggio ma anche dell'indipendenza e della spavalderia. Disse allora: "io non so di uomini mafiosi. Mafioso può essere un cavallo oppure una femmina". Non era vero e molte femmine si sono dimostrate mafiose non nel senso che diceva lui ma in quello che hanno scritto giudici e investigatori in tonnellate di carte giudiziarie.



Buttana. C'è poco da dire. Per il palermitano, tolta la madre e solo quella, per tutte le altre donne il rischio di essere buttane è altissimo. Naturalmente non ci si riferisce in questo caso alla buttana-prostituta ma alla donna che si comporta come una buttana senza esserlo di mestiere, tipologia, quest'ultima, per la quale il palermitano ha il massimo della considerazione. Di cosa sia veramente una buttana per un palermitano abbiamo diffusamente scritto in altre puntate di questa rubrica (che potete consultare cliccando sul "link" alla foine della pagina del Giornale di Sicilia).



Giaisca d'albergo. Il termine è di misteriosissima origine. Secondo alcuni giaisca è la versione locale del giapponese Gheisha e dimostra di cosa sono capaci i palermitani. Dunque così come la Gheisha giapponese è una donna destinata all'intrattenimento e al benessere del Samurai, quando diventa "giaisca" perde tutta la sua sacralità di cortigiana imperiale per diventare buttana nel senso del mestiere. La giaisca d'albergo è una buttana che non lavora in casa ma appoggiandosi, appunto, ad un albergo a ore.



Profumiera. Anche in questo caso il mestiere di profumiera non c'entra ma il profumo sì. In altre parole la profumiera è una ragazza dal comportamento leggero ed invitante ma che, sul più bello si tira indietro e se la "rifardia". Insomma: te la fa ciarare ma non te la dà. Da qui Profumiera, in senso dispregiativo. Massimo della punizione: farsela e poi posarla. Ma si può essere più fanghi di così?



Daniele Billitteri, tratto dal "Il giornale di Sicilia", rubrica ' Cose Nostre'.




fonte

eroxe

sabato 31 marzo 2007

una verità innegabile

La saggezza che viene dall'Oceano m'ha insegnato che bisogna solo sedersi e aspettare.

E sperare che la carta igienica non sia finita.



Enea Sperandeo, Aforismi in dolce memoria della dentatura di Alex Fringberger

giovedì 29 marzo 2007

L'Indice dei link proibiti (quando fate le classifiche levate tutti i blog morti!)

Picciotte care e picciotti cari,

sarà stata la noia e il tempo da buttar via ma ai tempi che Splinder non aveva tutti i suoi bottonuzzi e manco i feed, e nemmeno il tranciapost, e manco i titoli dei post, e manco il blogroll...

Avevo cercato con spirito pioneristico soluzioni alternative.

Tornando - come un marito fedifrago - sempre al primo amore.

Primo amore che ha cambiato nome dopo una bellissima e giustissima crisi creativa a cavallo del 2005.



Prima questo blog si chiamava dicotomico, poi decisi di metterci nome e cognome. Che tanto a sforzarmi uno pseudonimo o un eteronimo o un quacquaraqua' piu' originale non lo trovavo manco se mi mettevo col culo a ponte.



Ma quanti fratelli dimenticati ha questo blog - sara' che sono in periodo ecolaliste, senza skype a distrarmi.



Iniziamo. Vi dimostrero' che nella blogosfera ci sono almeno 11 (!) blog inutili...



posticciolo posticcio inaugura i post all'Indice (rispondete con un medio?)

Odio spargere link ad altri lochi, ma ogni tanto devo pur farlo.

Allora, picciotte care e picciotti cari. Trovate "pintacudate" pure qui:



Nella Premiata "Bottega di Lettura"

martedì 27 marzo 2007

Andateve via...


Che ci fate ancora qui?




Cabaret BisanzioAndate al Cabaret Bisanzio, fondato nel lontano 2007...


Con o senza costume di piume, si esibiscono sul palcoscenico di Cabaret Bisanzio gli artisti:


Stefano Antonelli, Daniele Billitteri, Filippo Bologna, Roberto Chilosi, Wilmer Comin, Marco Di Porto, Vins Gallico, Edo Grandinetti, Luca Guerneri, Davide Guido, Nicolò La Rocca, Rossella Messina, Antonio Pagliaro, Angelo Petrella, Elisabetta Rubicone, Sauro Sandroni, Giorgio Tesen, Manuela Vittorelli.


Cabaret Bisanzio è un blog multiautore. Ogni cabarettista si esibisce sul palcoscenico senza che un regista o una redazione approvi. Anche perché Cabaret Bisanzio non ha un regista né una redazione.


Si accede al palcoscenico di Cabaret Bisanzio solo su invito diretto.

L’ingresso in sala è libero fino a esaurimento posti.

La limetta deiteronomista

di fool


Tonino sta leggendo a Maria GRRR di Di Fool, lei si ferma e, tra una risata e l'altra...

Maria: Aspetta un momento

Tonino pensa ad un'illuminazione mistica

Maria: Aspetta, vado a prendere la limetta per le unghie che almeno faccio qualcosa di utile



Tonino: questa la mando in lista...



Maria: No, ti prego no... se fai diventare ogni nostra discussione una puntata non parlo piu'



Tonino: Amore... Amore... ?



Maria: (dopo un tempo imprecisato e diecimila "Amore?" dopo) Amore 'sto gran funcione di minchia



 

"Love is" ai tempi di Skype


love is




Tonino
*
: Tiamotiamotiamotiamotiamotiamotiamo



Maria: Che stai facendo? Quando me lo dici piu' di  5 volte consecutive, significa che stai facendo qualcos'altro e lo usi come mantra per concentrarti...



Tonino: tiamotiamotiamotiamo!!!???!!!



*Su Gtalk con Branco, Maura, leggendo il televideo della Rai e il nuovo sito del Manifesto, e cercando un programma per fare il backup di "pintacudate"



(questa e' la prima puntata di Casa Pintagodot, omaggio alla genialità dei veri bloGodot e della loro strepitosa rubrica su BombaSicilia)

Lingue, Silenzi e Scimmioni. Una proposta

LesleyPicciotte care e picciotti cari,

Immaginatevi il mio arrivo a Montevideo dopo un'Odissea che tutti gli ulissidi se la sognano, sballottato a destra e sinistra, arrivare a Buenos Aires cambiare 3 aerei...



Totalizzare qualcosa come 15 ore di volo e finalmente arrivare qui, nel meraviglioso Uruguay. Senza naturalmente sapere mezza parola di spagnolo, eccezion fatta per "me gusta mucho" "nada" "no tengo dinero" e la sigla di Zorro.



Con Juan, il ragazzo della reception dell'Hotel Oxford di Montevideo, che ad ogni mia domanda mi rispondeva: "No hablo italiano".



Sticchio di sua madre! Ma puo' essere mai che non capiva che ero sordo?



wilsonChiunque abbia viaggiato in giro per il planisfero sa bene la sensazione di sordità a cui mi riferisco.



 Bene, in quei giorni la mia unica compagnia è stato Lesley, lo scimmione nero della Kipling che la mamma di Maria mi diede per toglierselo dal giaccone appena comperato.



Ecco, tra me e Stanley si è ricreato il rapporto tra Tom Hanks-Robinson Crusoe e Wilson, il pallone piu' marchettaro della storia del cinema.



A lui tributo il giusto onore e con lui lancio una proposta:



Chiunque ha un parente - o una morosa - di Lesley posti nel suo blog una foto della scimmia per il Comitato di Liberazione delle Scimmie Kipling.

Fate ricongiungere la famiglia...

domenica 25 marzo 2007

I pupi di zuccaro

da   Sinestetica


I pupi di zuccaro è stato scritto da Enea Sperandeo, ultimo acquisto - insieme ad Anna Fiorillo - della splendida BombaSicilia, della quale redazione mi onoro di fare parte (sia pure da poco tempo. Il mio minisito su BombaSicilia è questo. Chi mi conosce di persona SA BENISSIMO che quella foto non mi rende giustizia. Dal vivo sono molto più cozza OcchiolinoLinguaccia. La mia rubrica si intitolerà Terre di confine e sarà dedicata a tutte le parole che mi sono state ispirate dalle parole degli altri (perdonate il gioco... di parole, per l'appunto!): deformazione professionale della scrittoro-traduttrice;)). Ringrazio Enea per avermi regalato questo racconto lirico e commovente. Spero di riceverne presto altri. E ringrazio anche il Potente Fondatore di BombaSicilia per avermi dato l'opportunità di conoscere persone tanto in gamba. [GC]




I pupi di zuccaro

di Enea Sperandeo


Logo BS"Eravamo morti e potevamo respirare".

Aveva trovato questo verso tra le poesie di Paul Celan e l'aveva usato per smerigliare i suoi ricordi. Si gustava la piccola morte che segue l'appagamento. Insieme, da uno ritornare due con il ponticello di carne che si spegne. Ci sgonfiamo, sudati, innamorati, ci siamo letti a vicenda, prigionieri di Monsieur Le Songe.



Era lì, sudato, perduto negli occhi di chi credeva di amare riamato e pensava a una sola cosa, al tavolo di sua madre.


venerdì 23 marzo 2007

SCOOP! Dallo Stivale con furore

© La Gente d'Italia™ del 23/03/2007, p. 16



I tre fratelli Rago del calzaturificio Bisignano

«Gli stivali di Bush l’abbiamo fatti con mani e cuore»




bisignanoQuest’intervista poteva benissimo intitolarsi “dallo Stivale con furore”, giocando apertamente con la conformazione geografica della nostra bella Italia e la professione dei tre artisti della scarpa che “Gente d’Italia” ha avuto il piacere d’incontrare.



Il calzaturificio artigianale Bisignano è un piccolo gioiello, un museo vivissimo in cui sbirciare il tempo che fu con le narici piene di un buonissimo odore di pelle conciata.

Rosario Mario, Giuseppe e Carmelo Rago sono tre calabresi arrivati qui il 20 febbraio del 1954, troppo piccoli per ricordarsi quell’Italia che continuano ad amare e onorare parlando un coloratissimo italo-calabrese.



i fratelli RigoLoro sono i tre figli di Umile Rago, emigrato in cerca di miglior fortuna dalla amatissima Calabria, un nome che traccia il destino di questi tre galantuomini che lavorano ogni scarpa con “mani e cuore”: Sant’Umile, tra l’altro, è il patrono del Comune di Bisignano, a cui i tre fratelli hanno reso omaggio registrando per le loro splendide scarpe il marchio “Bisignano”.



Ed ecco lo scoop: sono stati proprio i tre fratelli Bisignano a realizzare gli splendidi stivali che il Presidente dell’Uruguay ha donato a George W. Bush, suo omologo statunitense, a suggello della visita del 9 e 10 marzo scorsi.



Gente d’Italia, in esclusiva per i suoi lettori, ha ottenuto le foto degli stivali, realizzati dalla pelle di un puledro, senza nessuna cucitura: l’apoteosi dell’arte dei Rago.

Loro non fanno distinzioni tra clienti, tutte le scarpe sono tagliate e modellate a mano, un’arte che sta scomparendo e di cui questi tre fratelli sono tra gli ultimi validissimi rappresentanti.

Li abbiamo intervistati.



Che soddisfazione! Realizzare le scarpe per l’uomo più potente del mondo. Ve lo sareste mai immaginato?

«Per noi non ci sono differenze: le nostre scarpe sono fatte tutte, senza eccezioni, con mani e cuore. Frutto di un’arte destinata a perdersi. Certo abbiamo pure festeggiato, soprattutto perché è stata una faticaccia... Tre giorni di lavoro senza nessuna sosta».



Non fate pubblicità ma siete arrivati a realizzare gli stivali di Bush. Come avete fatto?

«Noi abbiamo conosciuto il Presidente Vazquez prima che assumesse l’incarico, era stato il suo sarto a mandarlo da noi, confermando quello che crediamo da sempre. Non è necessaria la pubblicità, la migliore promozione è il passaparola tra clienti. Noi lo vediamo come una palla di neve: inizia piccola e può diventare gigantesca e travolgere tutto. Così è stato per le nostre scarpe, i nostri clienti portano altri clienti ma, considerate la dimensione della nostra bottega dobbiamo spesso rinunciare, non possiamo fare più di dieci scarpe al giorno, sarebbe penalizzata la qualità del nostro prodotto».



Non avete apprendisti?

«La nostra è un’arte destinata a morire. Non esiste più la figura del ragazzo di bottega che era perfino disposto a pagare per imparare l’arte. Non solo li dovremmo pagare noi»  - ridono di cuore - «ma pure sarebbe controproducente: al primo rimprovero ci direbbero che non siamo i suoi genitori.

L’artigianato deve sentirsi per prima cosa nel cuore, sarebbe necessaria una rivoluzione mentale ma non ci sono giovani disposti a intraprendere una vita di sacrifici. Giancarlo, il figlio di Carmelo, ci aiuta, realizza lui le scatole di cartone per le nostre scarpe».



E’ un vero peccato. Ed ecco che arriviamo agli splendidi stivali di Bush...

«Ci arriva una telefonata lunedì 5 marzo, era il Segretario del Presidente dell’Uruguay, ci dice se possiamo realizzare entro venerdì un paio di stivali. Rispondiamo che ovviamente è impossibile. Ci richiama, ci fa capire che è una cosa davvero importante, accettiamo. E lavoriamo per quattro lunghissimi giorni senza guardare – come sempre – l’orologio. Un paio di stivali senza cuciture, realizzate con morbidissima pelle di puledro, numero 43, solo dopo abbiamo capito che stavamo facendo le scarpe al Presidente degli Usa. Noi il nostro lavoro lo facciamo sempre allo stesso modo: dalla scarpa di 1500 pesos agli stivali che naturalmente costano qualcosa in più».



Grazie, di cuore. E complimenti per l’italiano, lo parlate fluentemente.

 «Ovvio. Noi tre lo parliamo sempre non perdere le nostre radici».

giovedì 22 marzo 2007

Faccio "outing" o "coming out"?

La meritoria operazione di Mario Desiati ha dimostrato fuori da ogni dubbio che l'e-zine hanno raggiunto dignità letteraria, al pari delle storiche riviste cartacee.

Sicuramente il Best Off 2007 porterà molti, moltissime ragazze e ragazzi, alla realizzazione di nuove e vitalissime e-zine.



E questo è cosa buona e giusta, ma lasciatemelo dire, non è affatto facile. Nascono migliaia di e-zine all'anno in tutto il mondo ma poche resistono. Ci vuole una divina mania, abnegazione, fidanzati e fidanzate pazienti, una famiglia che sostenga e soprattutto redattori "pazzi" quanto voi.



Dal basso dell'esperienza di BS posso darvi qualche dritta, se volete.



Ho avuto "mucha suerte" - come dicono qui - nel 2001 sapevo solo che volevo fare qualcosa, dire la mia. Sei anni dopo (o poco meno) vi dico che BS è una puttana con mille pretese. Altro che rivistucchia, l'ho "spintacudizzata" per bene - era la mia paura major sbilanciarla verso le mie insopportabili idiosincrasie - ma mi aspetta al varco. Sempre.



Ogni mattina mi dico: oggi non la voglio aprire, sbircio solo i feed per vedere se fila tutto liscio, ma poi sono in prima linea a leggermela tutta, a controllare i link, a vedere se pure con Internet Explorer si visualizza correttamente.



Mi fermo qui, da voi sono le 2 e 47.

Gli anni gracidanti (quando ancora il modem andava a carbone)

Picciotte care e picciotti cari,

dicevano che il mare non ha memoria, internet che sempre si naviga invece ce l'ha da elefante...



Tutta la mia vita - la nostra? - è ormai digitalizza, quoto completamente quanto affermato da Paolo Graziani qualche post fa, Paolo, tra l'altro l'ho "conosciuto" grazie a Google dopo che m'ha rintracciato per una citazione fatta nella mia tesi su Paul Celan.



Vorrei che non fosse così ma ci sono ancora on line quello che fu il glorioso caffè dicotomico, la mia faccia da beota con i basettoni, tutte le minchiatelle letterarie scritte negli anni gracidanti del modem a 56K, il primo sito decente, risalente ai tempi in cui Animal House era la mia bibbia. E ora almeno c'è anche quello della momentanea e caduca maturità (per le malelingue, nella foto ero ancora a dieta, ora sono almeno sette chili meno...)



R4!




C'è anche qualcosa di buono, la mia vecchia R4, mai dimenticata.

Non s'offenda la mia Ford Fiesta grigiometalizzata che m'aspetta in Sicilia ma quella era una Signora macchina, veleggiava in curva, aveva il cambio a coda di bue ma era mia, mia, mia.

Era nata praticamente con me, mio padre l'aveva comprata quando ero ancora nella pancia di mia madre...



Grazie, Internet...

¡Muy cansado! Meno male che c'è Alex Fringberger

Picciotte care e picciotti cari,

che giornata... sono esausto. 

Manco la solita passeggiata mattutina di due chilometri nella stupenda Città vecchia di Montevideo mi ha svegliato, nada de nada.

Ieri due belle intervistone per Gente d'Italia che ripubblichero' qui domani, perfino un piccolo scoop di cui non vi dico altro per non rovinarvi la sopresa.




  • Non conoscete ancora Alex Fringberger? Vi dico solo che Giulio "eclettico" Mozzi l'ha definito «un mito letterario del nostro tempo». Rimediate subito: leggete la bella lettura di Cletus dello straordinario "la storia sociale delle mongolfiere" su Sinestetica.net e l'apposita sezione della Bottega di Lettura di cui anch'io faccio immeritatamente parte



  • Intanto ho rifatto l'affacciata del blog di Guido, con Shiva che fa capolino da ogni post.

    Andate e fate sapere al landarolo che ne pensate. Che per ora è senza casa e soprattutto senza adsl. Se vedete sotto i ponti un capellone barbuto che invoca almeno mezz'ora di connessione è lui, Guido il "Landarolo".



  • Lavorare sul codice dei template di Pannasmontata - lasciando sempre i meritatissimi credits - è sempre bellissimo, sono scritti benissimo!



  • Intanto segnalo due nuovi redattori bombasiciliani: Enea Sperandeo e Anna Fiorillo, cliccate sui nomi per conoscerli. Sono entrambi uno spasso.



  • Procede quindi il restyling generale dei blog personali dei redattori di BS, iniziato con Gancitanerie, proseguito con questo "Pintacudate beta 2.0" e ora la Landa, sotto a chi tocca.


Fratelli d'Italia sul Rio de la Plata

© La Gente d'Italia™ del 22/03/2007




Quante sono le associazioni italiane di Montevideo?



Giosuè Bordoni scriveva nel suo saggio “Montevideo e la Repubblica dell’Uruguay” del 1885:

«Durante la primavera e l’autunno, questi dintorni sono affollati alla lettera di numerose Società, che, sotto pretesto di festeggiare questo o quell’anniversario, vi si recano in corporazione a darsi bel tempo. Ora è la Società spagnuola di mutuo soccorso; ora quella dei Baschi, ora la Società francese, e infine l’una o l’altra delle numerose Società italiane, che non lasciano mai occasione di dare testimonianza pubblica del loro spirito di fratellanza e buona armonia, e anche di eccellente appetito, col farvi dei banchetti veramente omerici, in cui si tributano sempre i dovuti onori al succulento e tradizionale asado con cuero».

122 anni dopo le cose sono radicalmente cambiate, la rete delle associazioni italiane di Montevideo si è fortemente ridimensionata, cancellando coi fatti la maligna annotazione che faceva Luigi Barzini nel 1902

«gli italiani al Plata sono uniti in trecento associazioni, il che costituisce una vera disunione».
Questo ridimensionamento è il risultato dei movimenti storici che hanno portato alla completa integrazione degli italiani arrivati qui in cerca di miglior fortuna. Se è vero, come scrivono gli storici Luigi Favero e Alicia Bernasconi, che il gruppo etnico è «la risultante del movimento migratorio, in cui persistono, in grado piu’ o meno elevato, gli elementi culturali e materiali dello spazio sociale di partenza, ma integrati o giustapposti dagli elementi acquisiti nell’incontro con lo spazio sociale d’inserimento», appare evidente che il “gruppo etnico” italiano è un affascinante microcosmo all’interno del piccolo grande Uruguay.



Quali sono le prospettive future della rete di associazioni italiane di quella che fu la Banda Oriental?

Lo scopriremo nelle prossime puntate di questo “diario uruguayano”: con un’inchiesta per conoscere questa vitalissima realtà che mantiene vivo il legame con l’Italia, capace ancora – come ha dato prova in occasione del saluto del Console Pala – di commuoversi quando risuonano le note dell’inno di Mameli.



Scorriamo l’elenco, in rigoroso ordine alfabetico:



  • L’Ancri,


  • l’Anpi,


  • l’Associazione Abruzzese di Montevideo,


  • gli Alpini,


  • i Bellunesi del mondo,


  • l’Associazione Calabrese,


  • i Campani dell’Aercu,


  • l’associazione Laziale,


  • la Casa degli Italiani,


  • il Circolo Lucano,


  • il Circolo Giuliano,


  • il Circolo Trentino di Montevideo,


  • il Club degli Anziani,


  • il Comitato Tricolore,

  • l’Associazione Emilia Romagna,


  • l’Ente Friuliano,


  • il Filef,


  • il Famee Furlane,


  • la Famiglia Piemontese,


  • i Figli della Toscana,


  • il Gruppo Legami,


  • la Fratellanza Italiana,


  • i Marchigiani nel Mondo,


  • l’Ass. Lauria,


  • l’Ass. Ligure,


  • l’Ass. Ossolana,


  • i Padovani nel mondo,


  • i Pensionati Inas,

  • i Pugliesi,


  • l’Ass. Regione Lombarda,


  • l’Ass. Satrianese San Rocco,


  • i Trevisani nel Mondo,


  • i Siciliani in Uruguay,


  • la Uim (Unione Italiani nel mondo),


  • i Vicentini nel Mondo e


  • l’Ass. dei Vietresi.


Se non ho sbagliato a contare sono trentasei associazioni, tutte hanno di sicuro una bella storia da raccontarci.

Come sempre, hasta luego!



Ricordiamo ai nostri lettori che per l’emergenza Dengue

Il Ministero della Salute Pubblica dell’Uruguay

oltre alla massiccia opera di fumigazione

ha attivato per ogni evenienza  il numero 0800 4444

e  il sito http://dengue.msp.gub.uy/



Potete scriverci all’indirizzo genteditaliauruguay@gmail.com

Il numero di telefono della redazione e’ (598 -2) 916 08 15

Da lunedi a venerdi, potete chiamarci tranquillamente dalle 16 alle 18

martedì 20 marzo 2007

Dengue o non dengue?

© La Gente d'Italia™ del 20/03/2007



L’arrivo della febbre spacca ossa

non ferma i cicli della vita quotidiana

di Tonino Pintacuda



il vettore del dengue Irrimediabilmente con l’arrivo dell’autunno la vita riprende i suoi cicli, il calendario ricorda a tutti gli uruguayani che il verano è finito: addio alle murgas, addio alle passeggiate in costume sull’oceano, addio ai ritmi lenti, lentissimi dell’estate.

Rimettiamoci la cravatta e andiamo a prendere l’omnibus tutte le mattine, nel faticoso tran tran che si chiama vita.



Appena 15 pesos e i torpedoni ci lasceranno sotto l’ufficio ad aspettare le piccole pause sino al pomeriggio, e poi spesa, un po’ di tv e di nuovo la sveglia puntata per ricominciare.



Camus ha definito questa quotidianità la “fatica di Sisifo”: Sisifo è il mitico eroe greco punito per aver sfidato gli dei con la sua sagacia.



Zeus decise che Sisifo avrebbe dovuto far rotolare un masso dalla base alla cima di un monte. Tuttavia, ogni volta che Sisifo stava per raggiungere la cima, il masso rotolava nuovamente alla base del monte, per cui Sisifo dovette per l'eternità ricominciare la sua scalata.



I giorni troppo uguali - lo sentiamo e lo sappiamo tutti - sono altrettanti massi ma in questo gli uruguayani sono fortunati, prendiamo ad esempio quelli che lavorano alla Borsa di Commercio in Calle Misiones, proprio di fronte alla mia finestra.



Eccoli fumare furtive sigarette nelle pause rubate agli impegni pressanti dei movimenti economici ma non capita a tutti di far pochi passi per raggiungere il Rio de la Plata nel suo quotidiano abbraccio con l’Oceano Atlantico.



C’è una serenità diffusa, figlia delle bellezze architettoniche e del manto verde della città, la filosofia del “no pasa nada” ha un suo fondamento, camminare per Avenida 18 de Julio e soffermarsi nella dozzina di piazzette che non ha nulla da invidiare alle omologhe europee.



mate La gente dell’interno del Paese è tornata alla vita normale, si nota dalla diminuzione di estimatori di mate, la bevanda nazionale. Molti camminano con tutto l’armamentario per sorseggiare tranquillamente il loro mate: termos e bombilla. Versano l’acqua bollente e succhiano tranquilli.



Ma i primi a essere consci del facile stereotipo dell’uruguayano mate e bombilla sono loro stessi: l’ultimo esempio, proprio l’altro ieri sull’Observador il vignettista Salvatore ha realizzato un piccolo capolavoro.



Sale la tensione per il primo caso autoctono di dengue e per sdrammatizzare Salvatore ha disegnato un mate appollaiato sulla torre Salvo – ovvia citazione del celeberrimo King Kong appollaiato sull’Empire State Building – lì, sull’edificio più alto della bella Plaza Indipendencia, il “mate” con occhi  e bocca tiene a bada con opportuno insetticida gigante la temibile zanzara del dengue: come sempre un sorriso riesce a scacciare le paure.



Il “dengue” altro non è che la pestifera febbre spacca-ossa, lo porta la zanzara del genere Aedes aegypti, lo stesso disgraziato e infimo insettucolo che porta la febbre gialla.



Rilanciamo la scheda dal sito www.malattiedimenticate.net





LA FEBBRE DENGUE È UNA MALATTIA SIMILE ALL'INFLUENZA; nei bambini è caratterizzata da febbre ed rash. Negli adulti la febbre è più alta ed accompagnata da forti emicranee, dolori nelle regioni orbitali, dolori muscolari e rash. La febbre dengue si manifesta dopo l'esposizione ad un sierotipo, nei confronti del quale il paziente diventa resistente. Esistono però, come detto in precedenza, quattro sierotipi ed una seconda infezione con un sierotipo diverso, può portare a conseguenze ben peggiori: la febbre dengue emorragica (DHF). 



LA DHF È CARATTERIZZATA DA FEBBRE ALTA, EMORRAGIE, FEGATO INGROSSATO e problemi circolatori. La febbre può persistere per diversi giorni e può raggiungere i 41° gradi, seguita da convulsioni e emorragie. Il paziente se non trattato può morire per problemi circolatori.



I fattori coinvolti nella severità della DHF sono: la prima infezione, l'intervallo di tempo tra quest'ultima e la seconda, il sierotipo virale e il genotipo del paziente. Le principali caratteristiche fisiopatologiche sono correlate con la concentrazione di alcune citochine (molecole coinvolte nella risposta immunitaria), quali IFN-γ, IL-2 e TNF-α



LA STORIA



Prima del 1970 solo nove paesi avevano descritto casi di DHF. Dai circa 100 casi del 1955 si è passati agli attuali 500 mila.



VIE DI TRASMISSIONE



Il virus è trasmesso attraverso il morso di diverse zanzare del genere Stegomyia. Il principale vettore è Aedes aegypti, identificato per la prima volta nel 1906 come responsabile della trasmissione; una volta che la zanzara è stata infettata lo rimane per tutta la vita. Gli umani servono come serbatoio amplificante e molto probabilmente anche le scimmie possono essere considerate come serbatoi. In particolare si ipotizza che il virus si sia diffuso per la prima volta nelle scimmie, e poi i vettori l'abbiano trasmesso all'uomo. Le zanzare trasmettono il virus anche per via verticale, alle proprie progenie.



TRATTAMENTI



Attualmente l'unico modo per ridurre i casi di febbre dengue è quello di evitare il contatto con il vettore e controllare la popolazione delle zanzare, modificando il loro habitat e utilizzando larvicidi. E' in corso un programma specifico di pulizia per eliminare bottiglie, copertoni e lattine dall'ambiente (oggetti che ricreano un habitat ideale per la proliferazione dei vettori), così da limitare i possibili luoghi di crescita del vettore.



LA DIAGNOSI



La diagnosi si basa sulla ricerca di IgM anti-dengue, come indice di una recente infezione; inoltre viene utilizzata la PCR per rilevare la presenza del virus nel siero dei pazienti. Esistono alcune terapie antivirali che possono essere efficaci solo se eseguite nelle prime fasi della malattia.



RICERCA E SVILUPPO



Sono in corso alcuni studi per sviluppare larvicidi non tossici per l'uomo, da utilizzare nell'acqua.



Sono in corso di sperimentazione sei vaccini virali vivi attenuati, che dovrebbero proteggere la popolazione da tutti i sierotipi mantenendo a lungo elevato il titolo anticorpale. Alcuni risultati di una sperimentazione durata quattro anni hanno rivelato che uno dei vaccini attenuati conferisce protezione dalla febbre dengue e non conduce a DHF.



Esiste un sistema globale di rilevazione di dati epidemiologici e di sorveglianza alle mutazioni dei virus; questo programma, chiamato DengueNet, facilita la realizzazione di nuovi metodi di controllo contro la trasmissione della patologia. I dati epidemiologici e di laboratorio sono raccolti da diverse istituzioni, che riordinano i risultati in modo eterogeneo; sul sito sono presenti statistiche dal 1955 al 2001.



Occorre sviluppare nuove strategie di diagnosi della malattia; un test con target la proteina non strutturale NS1 è già in via di studio.




Il Ministero della Salute Pubblica dell’Uruguay

oltre alla massiccia opera di fumigazione 

ha attivato per ogni evenienza 

il numero 0800 4444 e 

il sito http://dengue.msp.gub.uy/



Il grande g1ga (1/3)

Prima di iniziare con le monografie, g1ga merita almeno tre puntate.

Iniziamo dalla preistoria, un'intervista di ben quattro anni fa




[...] Luigi ha smanettato sui computer dagli albori dell'informatica. Lui stesso ha dichiarato con passione: "Io sono il prodotto delle mie passioni. E di come le vivo. Mi piace la mia donna, e la vivo al massimo assoluto. Mi piace il calcio, e lo gioco al massimo, anche se non finirò mai in serie A. Mi piace la chitarra ma, ahimè, nonostante io la suoni al massimo sono lontano anni luce dall'essere un bravo chitarrista. Infine, mi piace il design in tutte le sue forme, ma ho deciso di soffermarmi proprio sul <web>design perché sento che è e sarà in grado di offrirmi stimoli sempre nuovi.

Nasco a Palermo nel '79, vivo in provincia, dopo aver fatto lo scientifico a Bagheria adesso studio all'università di Palermo, ma questo non c'entra...

Se sono qui adesso, davanti a questo monitor, è perché quel giorno mio padre decise di portare in casa un Commodore 64 con tanto di Philips 13" monocromatico a fosfori verdi. E fu subito amore.".



***


d. Dearest Giga, che cos’è la bacheca sportiva?



r. In principio la bacheca sportiva fu una intera parete della 3ª C del liceo scientifico [di Bagheria, n.d.r] rimpinzata di immagini e pezzi sacri dello sport, dalla foto della nazionale di pallavolo, alla foto originale di Roberto Baggio scattata alla Favorita di Palermo.

La forza di questa prima bacheca consisteva nel fatto che i professori entravano in classe, avevano una specie di shock nel guardare quella parete e poi non dicevano niente.

Esatto, non dicevano niente quasi come se avessero paura di fare la classica domanda: «Ragazzi, ma cosa diavolo è quella cosa lì???».

Ebbene, io credo che avessero proprio paura perché la bacheca era già in grado di comunicare da sé cosa in realtà fosse. Un simbolo. Un simbolo di libertà creativa.

Ed è ovvio che una delle cose di cui non bisogna privare i giovani è la libertà creativa. Nella sua seconda fase la bacheca si trasformò in un settimanale sportivo in formato giornalino di classe. Una sorta di gazzetta fatta in casa con tanto di editoriale sul campionato di calcio e pagelle delle già mitiche partitelle fratricide tra compagni. In più, articoli sul tennis a Pallavicino e perfino cenni sul Badminton a Belmonte Mezzagno. Ricordo che quelle pagine venivano puntualmente sfogliate da ogni componente della classe nessuno escluso. Praticamente un successo.

Poi venne la crisi. Quinto anno, esami di maturità, la sciocca paura soffocò la libertà e la bacheca scomparve. Né parete, né giornalino, né niente. Scomparsa. Rimasta però intrappolata nelle nostre menti pronta a riesplodere con più vigore di prima. Mancava soltanto lo stimolo. E lo stimolo fu proprio Internet. O meglio, il fatto che appena mi avvicinai ad essa la rete mi risucchiò completamente. Ormai sono un internettiano di Webdesigners City in vacanza in Sicilia, con una tremenda nostalgia di casa. Appena posso faccio una telefonata.



d. La mitica arancione ha subito numerosi restyling segno inequivocabile della tua crescita personale, oggi tu sei un quotato webdez, dicci la tua sull’evoluzione della rete, e abbozza un’estetica del web.



r. La rete si sta evolvendo malissimo. E non mi riferisco solo al fatto che il 90% dei siti sono brutti graficamente (perché sappiate che lo sono). Parlo invece del fatto che qualcuno sta cercando di fare diventare la rete una versione riveduta e per niente corretta della televisione. Ovvero, come accade in televisione, ormai anche su Internet la percentuale dei contenuti inutili e dannosi ha raggiunto un livello di emergenza. E non sono neanche molto propenso a pensare che questa tendenza si possa invertire. Credo che "estetica" sia un concetto universale. Di conseguenza un'estetica del web è l'estetica applicata al web.



 d. la bacheca oggi ha raggiunto una possibilità di interazione in tempo reale che la rende realmente una “bacheca”, anche se parlare di realtà in questo contesto ha dell’assurdo…



r. Dipende da come si definisce la realtà. Per me la realtà è ciò che vedo, ciò che sento e ciò che tocco. Quindi la bacheca può essere una realtà.



 d. la prima bacheca e le successive versioni invece tendevano a stressare l’elemento d’impatto grafico...



r. Questo perché la bacheca versione web è stata il mio piccolo laboratorio sperimentale dove ogni tanto qualche reazione sbagliata mandava tutto in frantumi... A poco a poco ho imparato a dosare bene gli elementi tanto che la cosa mi piaceva sempre di più e allora ho deciso di diventare un "quotato" webdez... Io so già di esserlo da un pezzo, quindi il mio principale obiettivo è farlo capire a quante più persone possibili.



 d. Tu ami (certo dopo l’amore per la tua laureanda Linda...) e apprezzi le nuove tecnologie, dalla tua postazione come vedi le prossime tappe dei siti internet? Si stabilizzerà una struttura scarna ed essenziale o con il diffondersi della banda larga si rigiocherà sull’effetto spiazzante?



Credo che l’avvento della banda larga non sia necessariamente una spinta per l’evoluzione del webdesign. Cioè, con la banda larga riesci a caricare prima i siti, sia quelli belli che quelli brutti. Certo, forse quelle persone che adesso non sono disposte ad aspettare per vedere un bel sito, finalmente quel sito lo vedranno. E allora si diffonderà un po’ più la cultura del webdez. Ma non ci credo più di tanto. Se ti sei collegato per scaricare le suonerie è probabile che continui ad importarti poco del design. Visto che adesso puoi scaricarti contemporanemaente molte più suonerie ed mp3.



Infine, se è fatto con criterio, mi piace sia il sito con una struttura scarna ed essenziale che quello con l’effetto spiazzante. Quindi non necessariamente c’è dicotomia. Anzi, credo proprio che non mi piacerebbe una internet ad unica tinta. Meglio colorata. Ma non troppo.



d. Parlaci pure dei tuoi personali successi…




Vuoi davvero che ti parli ancora della bacheca?

Matricole & Indimenticabili Amici

Picciotte care e picciotti cari,

oggi vi dico che in America Latina il tempo muta.



Dimenticatevi ogni parallelismo con le italiche pianure. Forse solo i siciliani e gli abitanti di qualche arroccato paesino montano possono capire.



Qui impera la filosofia del "No pasa nada" che sarebbe un calco del sicilianissimo "Niente ci fa".

In questa inedita dimensione cronoemozionale cerco di applicare tale paradigma al recentissimo passato di BombaSicilia.



In questo viaggio della memoria parto dai redattori che si sono via via avvicendati. A ciascuno di essi nei prossimi giorni sarà dedicata una monografia. [aggiornamento: il post s'intitolava "Meteore..." ma poteva risultare lesivo, comunque il riferimento era all'omonimo programma di Italia 1 del 1998, lo stesso che iniziava con la celebre Shout tratta da Animal House]





  • Teresa Zuccaro fu una delle primissime redattrici di BombaSicilia, s'inventò in esclusiva per noi la ri-creazione del mondo. Che oggi è diventata prima una silloge in un'antologia e poi un libro. (nessuna menzione a BS ma - l'ho premesso - "no pasa nada")





  • Marco Candida arrivò in Bs nel 2004, esce a maggio il suo primo romanzo per la casa editrice Sironi.




lunedì 19 marzo 2007

Se lo dice lui

g1gaPicciotte care e picciotti cari

Oggi vi parlo di g1ga, Luigi Bellanca, eccellente grafico e divino programmatore, autore dello scaricatissimo visualizzatore di pennelli che è stato un succeso planetario.



g1ga nel lontano 2000 mi donò il mio primo sito: proprio in quella piccola arena il "germe fecondo" della mia scrittura ebbe modo di confrontarsi con un "pubblico". Ricordo ancora quella notte di ritorno da casa Bellanca, Luigi mi disse solo "ti aspetta una sorpresa". Arrivai a casa, accesi il modem a 56 K che gracidò sino a quando su http://digilander.libero.it/luimik trovai la sezione "Dicotomico's stories". Sono riuscito a salvare alcune di quelle novelle nell'impaginazione originale, li trovate nella barra di destra, nella sezione "Il tempo che fu".



g1ga ha collaborato da sempre a BombaSicilia, dalla prima giallissima sino all'ultima volutamente minimale prima dell'egregio lavoro di Cristiano Gaston.



Ecco, con g1ga abbiamo dato vita a decine di progetti ma almeno due collaborazioni me le porto nella memoria a lungo termine: la rubrica ventiezerosei (chiamata con questo nome perché semplicemente proprio alle 20.06 gli venne l'idea) e thematica.



Entrambe erano due sperimentazioni verbovisive: io ci mettevo le parole e lui la grafica.

Ventiezerosei durò appena un singolo esperimento.

Thematica, un pdf-magazine di parole in grafica, due numeri.



g1ga dice sempre pane al pane, sapendo bene di smacinare palle e pallottolieri, ma da lui non mi aspetto altro. Quindi mi limito a rilanciare quanto da lui affermato nella Bacheca Sportiva e capite perché oggi non ho pace e ho pure detto addio all'Arial per il Trebuchet Ms:




Ah, non solo tutti i blog mi fanno schifo graficamente, i tuoi blog fanno schifo al quadrato, sono di un piattume allucinante con font che fanno piangere tutto il giorno. Io lo chiamerei web -100.0

Pintacudate Beta 2.0

Picciotte care e picciotti cari, in occasione del post # 800

ho finalmente alleggerito la grafica del blog (lavorando sempre sull'ottimo lavoro di Pannasmontata), seguendo l'onda che va per la maggiore.



Prima che qualcuno me lo faccia notare: ho preso in prestito e riflesso le righine dall'amico Sw4n



In Uruguay non ho Adobe Photoshop e Gimp - prima che gli araldi della libertà web me lo ricordino - impalla il pc della redazione... Che mi serve per lavorare e quindi non posso assolutamente rischiare



La barra "rosada" in fondo è autocitazione da BombaSicilia... E mi piace, se avete un colore migliore da suggerire, fate pure [AGGIORNAMENTO # 1 Maura & Maria m'hanno fatto desistere, ho provato tutti gli accostamenti della gamma Web 2.0, ecco ora mi pare che si armonizzino meglio]



Il Tonino Periodista è stato realizzato da Grenar, che sta lavorando magnificamente alle illustrazioni di BombaSicilia.



[AGGIORNAMENTO # 2 anche i link sono stati "ottimizzati": ce ne sono per tutti i gusti: fumettistici, bombasiciliani, vibrisselibri, letterari, cazzeggioni, giornalistici, fotografici...]




[AGGIORNAMENTO # 3 Questo è il mio ottocentesimo post! Per celebrarlo ho sistemato anche lo stile per le citazioni]





Buona lettura

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