venerdì 22 luglio 2005

prima del mondo-emmenthal dell'università

All'alba della mia frenesia scriptoria ero un giovane virgulto coi capelli a mezzo collo, vestivo di pelle e di nero e avevo, secondo il giudizio dell'amatissima Stella, un pelo ogni quarto d'ora. La barba scarseggiava, ma gli ormoni mi fluttuavano liberi nei sogni e nelle speranze non ancora obnubilate dall'imminente confronto col mondo-emmenthal dell'Università.

Il penultimo anno di liceo l'ho vissuto di rendita, ero così in alto nella stima dei miei professori che potevo permettermi anche di bluffare per un intero quadrimestre.

Così le energie rimanenti le spartivo equamente tra scrittura e donne.

Con le "donne" pochissimi trionfi. Ma con le parole me la cavavo alla grande. E avevo pure una faccia di bronzo da guinness dei primati.

L'altra sera ridavano in tv quella meritevole puntata di Misteri Italiani dedicata alla MATTANZA, la guerra di mafia che falcidiò gente che messa tutta assieme avrebbe riempito un intero cimitero.

E c'era citato pure il meritevole lavoro di Giancarlo Caselli. Nel 1999 Caselli venne a tenere una conferenza al mio liceo e io, la migliore penna del giornalino (o meglio, le migliori dita sulla tastiera dei celeron che campeggiavano nella sala computer), dovevo scriverne un resoconto.

Scrissi un pezzo giudicato efficace e bello denso, degno di essere spedito per raccomandata all'interessato. Solo che la mia tendenza a strafare non m’aveva risparmiato neanche quella volta.

Sul "Carpe Diem" il pezzo era stato piazzato in prima pagina, compresa l'introduzione che era una stilettata rivolta al preside che aveva introdotto Caselli con una delle sue famose e pietose barzellette.



E non solo avevo messo un incipit che significava almeno una sospensione di dieci giorni per palese insubordinazione, no, nella mia divina mania avevo chiuso l'articolo circolarmente, riprendendo l'incipit e citando la bella conclusione de "Le ali della libertà". Quando Red e Andy si rincontrano liberi sulla spiaggia, lì, sui sogni bagnati dal Pacifico.

C'era e c’è sempre la speranza a tenermi compagnia...



Ve lo ricopio qui, per salvarlo dall'oblio.





NON FIDATEVI DI ME



Come un tarlo maligno, la battuta del preside Galati continua a trapanare il mio povero encefalo, lobotomizzato dai ritmi scolastici.

Credo che sia impossibile non giudicare positivamente l'esperienza di mercoledì 19 maggio. Grazie al sublime fascino della professoressa Francesca Muzzicato, il nostro liceo è stato onorato dalla presenza del Procuratore capo della Repubblica Francesco Rovello e del Procuratore della Repubblica Giancarlo Caselli.

Il discorso di Caselli è stato lineare, semplice e soprattutto onesto. Con uno stile adamantino ha affermato: "Non fidatevi di me perché ciò che dirò sarà quello che penso, saranno solo le mie opinioni, non fidatevi mai delle opinioni degli altri solo perché più importanti di voi. Confrontatele, imparate ad essere uomini liberi".

Non dobbiamo avere paura di seguire le nostre idee lasciandoci intimorire da chi grida più forte, questa la strada che da sempre ha seguito Caselli e questo è il migliore auguiìrio che può rivolgere a noi, ragazzi e ragazze che, timidamente decisi vogliamo crescere sulla via della legalità.

Collusione, corruzione, arricchimento di pochi a danno della collettività sono ancora dei cancri sociali.

I magistrati non sono degli eroi onnipotenti, depositari della soluzione definitiva al problema della mafia. La loro azione diventa insostenibile se non è sostenuta da una diffusa coscienza civile.

"Sono solo un uomo, ma mai un uomo solo" è la frase che si modella perfettamente sulla figura di Caselli.

Molti colpi sono stati inferti alla mafia ma ancora la lotta continua, scontro implacabile tra legalità e illegalità.

Spero che la mafia sia sconfitta.

Spero che i nostri figli vivano in un mondo migliore.

Spero che il preside non faccia più battute.

Spero...



Antonino Pintacuda, IV^ E


2 commenti:

  1. scusa dicotonino.... ma la frecciatina a galati è del tutto slegata con il resto del discorso.....

    peccato, perché era un bell'articolo.... ma almeno raccontala la ca**ta di galati... io probabilmente manco c'ero quel giorno...

    va bhò..

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  2. Assenteista! Era una battuta pietosa sulla presunta superiorità del popolo siciliano. Fatta a uno del nord come Caselli...

    galati si incazzò parecchio. ma a 17 anni si è stupidi davvero...

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