venerdì 27 agosto 2004

Grigiometallizzato

"Mettiamola cosi': nelle prossime 24 ore ho la possibilita' abbastanza concreta di crepare. Ovviamente non succedera' - ma, se dovesse succedere, sappiate che sono morto felice facendo quello che più mi piace al mondo: viaggiare in paesi che non hanno mai visto un turista prima di me."
Questo e' l'ultimo post di Enzo Baldoni, come riportato da Pino Scaccia. (citato da giulio mozzi)



Il giorno che hanno chiuso gli occhi a Enzo Baldoni io sceglievo il mio nuovo frigorifero.
Bello, alto, no frost, categoria A+, quelli che ti fanno risparmiare almeno il 30 per cento di energia elettrica.
Bello il mio nuovo frigorifero, grigio metalizzato. Ormai viviamo in un mondo monocromo e monotono. Tutto grigiometallizzato. Come la sindrome spaccacuori che dilaga nello zapping estivo. Bella la figlia di Baldoni, occhi veri, l'ho ritagliata dal giornale e l'ho piazzata sulla faccia del mio nuovo frigorifero.
Di Enzo Baldoni avevo leggiucchiato qualcosa su Diario e avevo appena scoperto che era stato lui ad avere l'idea del palloncino verde della pubblicita' della BIC.
E mentre lui diceva addio al mondo e moriva felice facendo quello che gli piaceva, io sceglievo il mio frigorifero. Firmavo la finanziaria: lo incomincero' a pagare in 12 rate tra 12 mesi. Potrei pure scappare, mandare al diavolo questa vita fatta di "racconti di racconti" e storielline esangui e lasciare che sia qualcun altro a pagare le rate del mio frigorifero.


"IO vorrei non vorrei ma se vuoi" lascio il mio frigorifero nuovo, bello, lucido, spazioso, no frost e grigiometallizzato e vado pure io a fare quel viaggio tra cicatrici che non possono rimarginare. Senza piu' orchiti scriptorie da sgonfiare in inutili e patetici e dicotomici furori. Andare li', libero. Con la penna come lancia a cui appendere l'unica bandiera possibile, un'idea che valga tutta una vita.
Gia', qualcuno mi ha lasciato un commento sul mio "diario in pubblico", sulla mia miniera cazzeggiona.
"val sempre la pena scrivere?"



Certi momenti sarebbe meglio l'uncinetto o il punto croce. O passare il tempo a contemplare il mio nuovo frigorifero lucido, solido, bello grigio dentro e fuori, che sputa i suoi cubetti a forma di mezza sfera. Potrei farlo, imparare a contare i punti dell'uncinetto e provare a capire il logaritmo che sta alla base di tutto quel paziente gioco di dita e sferruzzamenti.


Oppure potrei lasciare il mio nuovo frigorifero, prendere il passaporto con la mia brutta faccia bidimensionale e raggrumata di dubbi e disfare 'sta vita piena di "certezze".


Sveglia;
caffe' bruciato;
seduta di lettura sull'unico trono che ci hanno lasciato;
soliti dieciquindiciventi minuti esistenziali passati davanti allo specchio;
dilemma-rasatura;
scegliere di salvare quella barbetta incerta che poi lascio addensare;
doccia bollentetiepidagelata.
E poi via per comprare il quotidiano e far cacare la cagnolona.


Tutta sta trafila tratteggiata per tornare di nuovo qui davanti a questo monitor bianco come il deserto emotivo che si appiccica ad alcuni giorni. Scrivere qualche altro paragrafo della tesi, scaricare la posta, cancellare le solite mail spazzatura da dicotomico@libero.it e da dicotomicifurori@libero.it .
Sputacchiare qualcosa per riempire il blog e pensare al mio frigorifero alto, capiente, rassicurante nella sua bella patina grigiometallizzato.
Solo che la mia faccia riflessa di sbieco su un quadro mi guarda triste, sospira folli voli, vorrebbe volare via, oltre gli aquiloni e oltre le antenne.


Perche' c'e' una sola verita', l'unica cosa davvero lucida e solida: certi giorni sono io quello che si sente grigio metallizzato. Dentro e fuori.


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