martedì 25 aprile 2006

Che sarà, sarà...

Incagliavo spesso nei ricordi, che a leggerli bene ci danno direzione e senso. Del liceo tutti ricordiamo il senso bello e pieno di serenità diffuso, minchiate orbe, stavamo male nei nostri corpi che cambiavano così veloci da non darci il tempo di capire. Ripenso a Salvino, Calogero, Paride che rivedo sempre più di raro, con nessuna voglia di finire nel loro paesino per ripettinare quei ricordi che sanno di stantìo oramai. E dire che addentavo il liceo per non perderlo subito, per non lasciarlo in mano all'oblio. Dubitavo che potesse durare quello stallo ma non pensavo neanche che sarebbe successo così, senza nemmeno avere il tempo di salutarli.

Li ho rivisti alla mia laurea, alcuni, quelli più vicini, quelli che mi piace pensare non fossero solo amici dei miei quaderni ad anelli in cui riassumevo e schematizzavo le materie. Gettonati come i secchioni alla vigilia di un'interrogazione non c'è nessuno. Ora tutti ci affanniamo a realizzare i nostri piccoli sogni che spesso sono sempre ridimensionati e ridimensionabili.

Nel secondo episodio di Lost di ieri sera, nel flashback dedicato al coreano, Jin, c'era una frase segnadestino. Alla domanda del padre di Sun sui sogni del promesso sposo, lui se ne esce cambiando sogni per amore della sua bella, perché è lei il suo sogno. Ecco, questa è una buona strada. Magari un giorno parleremo compiutamente di come si vive in un Comune commissariato per infiltrazioni mafiose che da quella mafia ha ricevuto affetto (guardate il Corriere di oggi...), sino a che i commercianti di Bagheria che si trasferiscono a Palermo non pagano subito il pizzo per volere dello stesso Zu Binnu.

E pensare che una sera su Sky davano la puntata dei Simpson in cui Bart scopre una stella che poi si scopre essere un meteorite in rotta su Springfield, finisce che tutti i gialli si nascondono nel rifugio di Flanders e il povero baffuto deve uscire per dare spazio agli altri cantando "Che sarà, sarà...". Quella sera, in quella cena a base di pizza con melanzane sono cresciuto di botto. Sempre per quelle lezioni di vita che l'Isola triangolare, la vecchia terra di Demetra ci dona senza preavviso. Fu una lezione lunga e dolorosa.

Fra qualche anno, quando non ci sarà più nessuno dei protagonisti pronto a intentarmi causa magari vi racconterò che cosa successe quella lunga notte, in quel balcone in cui ho fumato l'ultima Marlboro della mia vita.

4 commenti:

  1. Qualche tempo fa sono capitato qui, mi sembra, e parlavi di un libro sulla fenomenologia dei Simpson o qualcosa del genere (se non eri tu, scusa). Ora leggo di una puntata dei Simpson. Sei un fan, per caso?R4

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  2. interessante e stuzzicante il tuo intervento su Vibrisse, vai così!;-)GTesen

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