giovedì 20 aprile 2006

scivola via

La vita scivola via, perduta a cercare scuse per evitare di finire il programma di una materia che tanto l'appello scivola facilmente in avanti. Perduta davanti alla macchinetta del caffé col lavoratore socialmente utile che viene a schiodare dalla catacomba il collega che ha l'ufficio con l'apriporta che segnala sempre l'occupato come se fosse un cesso. Vivacchiamo semiaddormentati sino a quando rincontriamo brandelli di noi e dei nostri ricordi che inseguono il vento della sera per affermare il proprio diritto a stare in questo mondo, che come dicevano i filosofi di quella bella epoca resta ottimisticamente il migliore dei mondi possibili.

Smettendo di fumare ho ripreso a gustare cibi e sapori che non sanno più di fuligine e nicotina, splendida compagna di questa prima parte di trascorsa adolescenza  a cercare di rattoppare la vita degli altri per non vedere le falle che rischiava la mia. Da quando, udite udite, lavoro, questa parola altisonante che ormai è un sogno proibito come l'orgasmo multiplo per un'infibulata, realizzo secondo il buon vecchio Zio Marx la mia essenza sociale. In che cosa essa consista, lavorando attaccato al sito dell'INPS non so, ma è già un buon punto di partenza. Meglio di chi si illude di rinviare l'inevitabile continuando ad alzarsi alle 10.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog