Imperturbabile e giocondo, Provenzano non si cura neppure dei giovani palermitani che sono accorsi per veder da vicino la faccia di chi li ha governati occultamente per tanti anni e lo appellano “bastardo” con una irriverenza inusuale. L’uomo che ride non mostra i denti (la dentiera), per quanto pescecane ancora sia, e di una specie ben più feroce del Mackie Messer brechtiano.
Questo sorriso, che a qualche romantico commentatore è apparso di timidezza, esprime invece un’inquietante enigmaticità e un’inequivocabile cattiveria. È un sorriso tagliente, che fa tremare. E non perché sia un ghigno satanico, ma al contrario proprio perché è umanissimo: è la cifra di una eversione che non ha nulla di metafisico, ma è tutta dentro la storia, sebbene nel modo distorto dei fenomeni patologici.
Continuate a leggere questo ritratto di Binnu scritto da Marcello Benfante sul n. 72 de Lo Straniero
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